Lettera aperta dei Centoautori al governo che verrà
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Lettera aperta dei Centoautori al governo che verrà

Il documento redatto dal movimento ha già fatto registrare oltre 1.000 sottoscrizioni

Lettera aperta dei Centoautori al governo che verrà

Il documento redatto dal movimento ha già fatto registrare oltre 1.000 sottoscrizioni

Sono oltre 1.000 le firme di sottoscrizione da parte del mondo della cultura e dell’informazione raccolte dalla lettera aperta elaborata dal movimento dei Centoautori, che raccoglie esponenti del cinema e della televisione. Il documento si rivolge «ai deputati e ai senatori della prossima legislatura e ai ministri del futuro governo» e chiede un maggior impegno e un cambiamento a livello di politica culturale: «Siamo una nazione ricca del nostro lavoro e della nostra cultura», recita una dei passi della lettera, «ma proprio in questo settore siamo dietro a molti, a troppi Paesi. Abbiamo dunque bisogno di cambiare. Sembra difficile, ma non è difficile. Sembra avere dei costi, e invece, tanto per cominciare, si potrebbe partire quasi a costo zero: insegnare il cinema nelle scuole; promuovere il lavoro dei nostri documentaristi sui luoghi di lavoro, nelle case, nelle campagne; avere delle vere regole di mercato; ruotare le nomine; far valere persone brave e competenti. Se vorrete avere delle commissioni», continua il documento, «che ad esempio debbano decidere quali finanziamenti, a quali produttori, a quali registi, sulla base di quali garanzie, non cercate i nomi nella vostra rubrica privata, non chiamate i vostri amici, le vostre mogli, le vostre segretarie: chiamate noi. E non sottobanco, non come consulenti segreti. Ma come in molti Paesi europei, alla luce del sole. Per periodi di tempo stabiliti in cui non scriveremo, non gireremo i nostri film, ma assolveremo solo il compito che avremo accettato di svolgere».

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