Lily Gladstone è la prima attrice nativa candidata agli Oscar: ecco come aveva risposto alle critiche più dure
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Lily Gladstone è la prima attrice nativa candidata agli Oscar: ecco come aveva risposto alle critiche più dure

La star è stata candidata come miglior attrice protagonista (è la prima volta, per un'interprete nativa americana) per il ruolo della donna Osage e figura storica Mollie Burkhart nel film di Martin Scorsese Killers of the Flower Moon

Lily Gladstone è la prima attrice nativa candidata agli Oscar: ecco come aveva risposto alle critiche più dure

La star è stata candidata come miglior attrice protagonista (è la prima volta, per un'interprete nativa americana) per il ruolo della donna Osage e figura storica Mollie Burkhart nel film di Martin Scorsese Killers of the Flower Moon

Lily Gladstone Killers of the Flower Moon

Lily Gladstone è diventata la prima donna nativa americana ad essere nominata come migliore attrice agli Academy Awards. Questo grazie alla sua interpretazione nei panni della donna Osage e figura storica Mollie Burkhart nel film di Martin Scorsese Killers of the Flower Moon.

La nomination di Gladstone arriva quattro anni dopo che Yalitza Aparicio, indigena messicana, ha ricevuto una nomination come migliore attrice agli Oscar 2019. Aparicio ha recitato nel film Roma di Alfonso Cuarón del 2018 nel ruolo della governante Cleodegaria “Cleo” Gutiérrez.

Oltre ad Aparicio, altre due donne indigene – Merle Oberon per The Dark Angel del 1933, che si ritiene abbia origini Maori oltre all’Asia meridionale, e Keisha Castle-Hughes per Whale Rider del 2003 – sono state nominate per il miglior premio come attrice nella storia degli Oscar. Oberon è britannica, mentre Castle-Hughes è neozelandese.

Killers of the Flower Moon ha ottenuto anche numerose altre nomination agli Oscar, tra cui quelle per miglior film, regia e attore non protagonista per Robert De Niro, per il miglior trucco e acconciatura, miglior suono, miglior colonna sonora originale e miglior canzone originale per Wazhazhe (A Song for My People).

Ricevendo il suo Golden Globe, aveva detto Gladstone:

Questa è una vittoria storica. Non appartiene solo a me. Lo divido con tutte le mie bellissime sorelle nel film sedute qui al tavolo, e mia madre, in piedi su tutte le vostre spalle. Questo è per ogni ragazzino rez, ogni ragazzino urbano, ogni ragazzino nativo là fuori, che ha un sogno e si vede rappresentato nelle nostre storie raccontate da noi stessi, con parole nostre, con alleati straordinari e una fiducia straordinaria dall’interno, gli uni dagli altri”.

L’attrice di Killers of the Flower Moon ha avuto molto successo in questa stagione di premi, nonostante sia stata recentemente snobbata ai BAFTA. Oltre ai Globes, la Gladstone è stata nominata come miglior attrice ad altri prestigiosi premi, tra cui i Critics’ Choice Awards e gli Screen Actors Guild Awards.

La collega nativa Devery Jacobs di recente aveva cassato il film con parole molto dure, giudicandolo come “inutilmente violento” e irrispettosa nei confronti del dolore dei nativi americani.

“Siamo amiche. Ho dormito sul suo divano a Toronto quando Certain Women’è stato proiettato al TIFF. Non voglio rinfacciarle questa cosa, perché penso che non sia giusto – aveva detto Gladstone rispondendo alle durissime critiche ricevute -. La sua reazione è sua e risponde ai molti traumi che le donne native provano, specie vedendo certi scenari per la prima volta. Gli Osage hanno scontato questa cosa per tutta la vita, il film ha dato voce a molte persone. Tutto ciò che mi sta più a cuore è la loro reazione“.

Il film di Scorsese narra di una sequenza di omicidi brutali, e misteriosi, nota con il nome di “regno del terrore“, che insanguinò la nazione Osage negli anni ’20.

Foto: Far Out/Apple TV+

Fonte: Variety

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