L’importanza di chiamarsi Mortdecai
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L’importanza di chiamarsi Mortdecai

Sofisticato, vanitoso, lievemente avido, del tutto immorale, amante degli svariati piaceri che la vita può offrire, con una moglie bellissima e un maggiordomo un tantino pericoloso. È la nuova irresistibile incarnazione di Johnny Depp

L’importanza di chiamarsi Mortdecai

Sofisticato, vanitoso, lievemente avido, del tutto immorale, amante degli svariati piaceri che la vita può offrire, con una moglie bellissima e un maggiordomo un tantino pericoloso. È la nuova irresistibile incarnazione di Johnny Depp

Benvenuti nel mondo dell’Onorevole Charlie («Charlie è sul serio il mio nome di battesimo; credo sia stato un modo subdolo e oscuro di mia madre per vendicarsi di mio padre») Stafford Van Cleef Mortdecai, un «mercante d’arte gradevole, ricco, codardo, amante del divertimento, che si diletta in attività criminali per distrarsi dalle sue emorroidi», nato dalla brillante, pungente e purtroppo dimenticata penna di Kyril Bonfiglioli.
Un uomo che non ha fatto niente per meritarsi quel titolo onorifico, se non essere figlio di una persona che ha finto di dimenticarsi di qualcosa di imbarazzante per coprire qualcuno molto potente, e che lo mantiene con la giusta dose di classe, disonesta ma onorata cialtroneria, e snobismo.

Chi allora meglio di Johnny Depp – vestito di baffo impomatato tirato all’insù e un sorriso sardonico che fa intravedere gli incisivi – per dare vita a una figura dal carisma debordante e con un portfolio di bizzarrie da fare invidia ai personaggi più stravaganti della letteratura e del cinema? Un uomo che certamente non “si corica”, piuttosto dice: «Suppongo, a un certo punto, di essere andato a letto»; e altrettanto sicuramente non “si sveglia” come tutti noi, ma si alza pensando: «Ho girato la testa verso il muro, sentendomi come una collezione di scene tagliate dal Libro di Giobbe». È chiaro che l’Onorevole Mortdecai, dall’alto del suo titolo, appena sotto a quello di Lord, non concepisce il lavoro come la maggior parte dei comuni mortali.
Per mantenere il suo alto e godereccio standard di vita, nonché una moglie (Gwyneth Paltrow) dai lunghi capelli biondi e dalle gambe infinite, Charlie si diletta come mercante d’arte sui generis, portando la pratica dell’arrangiarsi (e il costante rischio di bancarotta) a nuovi e più nobili livelli. La sua filosofia imprenditoriale è abbastanza semplice: per avere successo nel campo della compravendita di opere artistiche è necessario essere spalleggiati dal più losco scherano possibile. E l’ex carcerato Jock (Paul Bettany) è l’aiutante perfetto. Charlie, in quanto rinomato esperto d’arte, viene incaricato dal MI5 di recuperare un preziosissimo quadro di Goya, che rischia di finire in mano a pericolosi terroristi, intenzionati a decifrare un codice nascosto nell’opera d’arte, che si vocifera possa spalancare le porte di un segreto e dimenticato conto in banca nazista straripante di oro zecchino […].

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 (foto:  Stephen Vaughn/David Appleby © Lionsgate/Adler Entertainment)

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