Nuovo capitolo legato ad uno dei film più discussi e controversi di questo 2022 cinematografico. Parliamo di Blonde, il “biopic” su Marilyn Monroe con protagonista Ana De Armas. Basato sul romanzo di Joyce Carol Oates, in molti hanno contestato duramente la rappresentazione della celebre diva ed è stato addirittura detto che «Blonde è il film più detestabile che abbia mai visto».
Non la pensa ovviamente così Andrew Dominik, regista del film che negli scorsi mesi si è già ritrovato a difendere con i denti il proprio operato. Durante un incontro al Red Sea International Film Festival in Arabia Saudita, ha ammesso di essere stato colto di sorpresa dall’iniziale risposta del pubblico al suo film.
Dominik si aspettava «un successo di critica, e poi che non l’avrebbe visto nessuno. Sono abituato a queste cose, film che hanno una reazione positiva dalla critica ma poi non viene visto dalle persone». Per Blonde tuttavia si è verificato l’esatto contrario, quantomeno in America. All’incontro, ha infatti aggiunto: «In America è dove è stato peggio. Hanno odiato il film. Erano arrabbiati, oltraggiati, ma un sacco di persone lo hanno visto. Ne sono rimasto molto sorpreso». Non sono mancate neanche lì le critiche, ovviamente, ma per il regista di Blonde «ti feriscono solo se sei d’accordo. E io non concordo con nulla di quanto detto, penso che il film sia ottimo».
Entrando nel merito di come è stata mostrata Marilyn Monroe, ha poi aggiunto: «Non puoi davvero metterti a immaginare cosa pensano per conto loro, ma penso che quando si tratta di un’icona americana, quello che vogliono sono le agiografie, vogliono la celebrazione di quella persona e che sia secondo i costumi del tempo». Blonde, tuttavia, non è una rilettura che tiene conto di temi moderni come l’empowerment femminile.
«Stiamo vivendo un’epoca in cui è molto importante mostrare le donne come forti, e vogliono reinventare Marilyn Monroe come una donna forte, è questo quello che vogliono vedere» ha sottolineato Dominik. Per questo motivo, una fetta di pubblico non ha gradito Blonde: «Agli americani non piace quando si scherza troppo coi loro miti. Spesso vogliono saltare subito alla soluzione senza considerare i traumi».
E a chi ritiene che abbia sfruttato l’immagine di Marilyn, ha ribattuto dicendo che essendo lei morta il film non può fargli molta differenza. Invece «quello che vogliono dire è che il film sfrutta la memoria di lei e la sua immagine, il che va bene per noi. È questa l’idea stessa del film, cerca di prendere l’iconografia della sua vita e metterla al servizio di qualcos’altro. Cerca di prendere cose con cui si è familiari e rivoltarne il significato».
Cosa ne pensate delle parole del regista di Blonde? Siete d’accordo con lui? Fatecelo sapere nei commenti.
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Foto: MovieStills
Fonte: Variety
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