«Uno sguardo, una riflessione sulla violenza, sulla fragilità da cui deriva e su come può essere facile il suo dipanarsi. Padroni di casa (l’unica opera italiana in gara per il Concorso Internazionale al 65° Festival del Film Locarno, ndr) è un film paesaggio, un film senza cattivi, dove il campo d’osservazione è soffocato da una amoralità che genera la diffidenza e manovra la paura alla quale ci stiamo educando e nella quale ci stiamo chiudendo. I personaggi sono goffi e brutali, in continuo equilibrio nel tentativo di sopravvivere ascoltando o prevalendo l’uno sull’altro. La mia ambizione era di realizzare un film che fosse in grado di conservare le innumerevoli sfumature della complessità del reale».
Così Edoardo Gabbriellini racconta e ambienta il suo secondo film (dopo B.B. e il Cormorano) in un paesino dell’appennino Tosco-Emiliano che rappresenta un ipotetico «ovunque», dove approdano due fratelli romani, Cosimo ed Elia (Valerio Mastandrea – che ha collaborato anche alla sceneggiatura – ed Elio Germano), per ristrutturare la casa di un popolare cantante ormai ritiratosi dalla scene, Fausto Mieli, interpretato da un inedito Gianni Morandi, al suo ritorno sul grande schermo dopo trent’anni. Amato e al contempo odiato dalla comunità locale, vive in una grande villa del paese insieme alla moglie Moira (Valeria Bruni Tedeschi), costretta dalla malattia su una sedia a rotelle. Dietro un’unione apparentemente serena, nonostante le difficoltà, tra i due si cela una profonda ostilità. La stessa che, a poco a poco, si palesa tra gli abitanti della piccola comunità all’arrivo dei due operai “stranieri”, mentre fervono i preparativi per il concerto rentrée di Mieli. «Tutti personaggi fragili, incapaci di essere animali sociali» come sottolinea Germano.
Fin dalle prime sequenze (anzi, a dire il vero, fin dalla locandina del film, che ritrae una coppia di sposi con teste di lupi) la tensione è palpabile insieme al presentimento che qualcosa di terribile potrebbe accadere da un momento all’altro. Un mood che riflette contaminazioni di classici archetipi del cinema horror, di cui il film si appropria per suo personale uso e consumo, smorzandone inoltre i toni virando nella direzione del dramma, in particolar modo nelle scene che esplorano la solitudine del personaggio di Moira, o creando diversivi attraverso la comicità di alcuni passaggi, dove brilla la coppia di protagonisti.
Degnamente affiancati dalla toccante interpretazione di Valeria Bruni Tedeschi, che ha accettato il ruolo nonostante non ami «i numeri di virtuosismo» che il suo personaggio necessitava a causa della paralisi, i problemi di comunicazione e i frequenti attacchi di epilessia. «Ma è stata più forte l’attrazione per la possibilità di lavorare con Edoardo. Così ho incontrato una donna colpita da ictus e ho cercato di stabilire con lei un filo per trovare il modo di esprire con semplicità questo difficile destino».
Straniante la performance di Morandi. Dietro la faccia sorridente e l’affabilità del suo Mieli, che d’impatto accomunano il personaggio al Gianni pubblico che tutti conosciamo, si insinua un uomo turbato, affranto dal dolore e dall’impotenza, che lo hanno reso freddamente spietato. Un aspetto che ha colpito lo stesso cantante: «Ho avuto alcune proposte in questi anni, ma sono tornato al cinema ora perché questo ruolo è completamente diverso da tutto quello che ho fatto in precedenza». Un personaggio che «offre spunti di riflessione anche sul ruolo del successo nella vita delle persone, come evidenzia la scelta compiuta da Mieli nel finale» commenta Cesare Cremonini, autore dei due brani eseguiti dal cantante alla fine del film.
E proprio sulle note agrodolci di uno di essi esplode la tensione in un epilogo estremo e visivamente potente, che conferma il presentimento iniziale. Portandolo anche oltre le premesse.
Padroni di casa, prodotto tra gli altri da Luca Guadagnino, debutterà nelle sale italiane il 4 ottobre 2012.
Qui sotto la conferenza stampa del film: