«L’ho vista per la prima volta questa mattina. È come quel film, Harvey. Tranne il fatto che lei non è un coniglio gigante». Ma la donna dei suoi sogni (in senso metaforico e non): Ruby Sparks. E il titolo della nuova opera degli acclamati registi di Little Miss Sunshine, Jonathan Dayton e Valerie Faris, accolta ieri tra gli applausi di pubblico e stampa in Piazza Grande al Festival del Film Locarno, dove è stata presentata fuori concorso (mentre nelle sale italiane debutterà il 23 novembre 2012).
Un lungometraggio dal sapore fiabesco, la cui sceneggiatura avrebbe potuto tramutarsi in un onirico sci-fi, ma che nelle mani del duo di autori (nonché marito e moglie) si è trasformata in una brillante commedia, originale e intrisa di magia.
Merito anche della fresca e immaginifica penna della giovane figlia, nipote e compagna d’arte Zoe Kazan, che ha scritto la sceneggiatura ispirandosi al mito di Pigmalione (che tra letteratura, teatro e cinema – vedi, tra gli altri, My Fair Lady – è stato rivisto e corretto da diversi autori), riuscendo a plasmarlo a sua immagine e somiglianza. «Mi ha sempre affascinato e volevo affrontarlo con una prospettiva femminile, dato che è sempre stato trattato da uomini».
Pescando dal proprio vissuto e dalla sua «impressionante fantasia», come sottolinea il fidanzato e protagonista del film Paul Dano, la piccola Kazan ha dato vita a Calvin (Dano), romanziere di successo a soli 19 anni ma subito dopo colpito dal “blocco dello scrittore” e la cui vita privata (sempre sull’orlo di una crisi di nervi) è costellata di incontri con donne invaghite della fama e del talento più che della persona, e il cui amico più caro è il cagnolino Scotty. Poi, come per incanto, un giorno in sogno viene folgorato da una ragazza, Ruby (Zoe Kazan), che rubandogli il cuore gli dona un improvviso slancio creativo. L’ispirazione, finalmente. Scrivendone, le visioni di Ruby si fanno sempre più frequenti e realistiche, fino a materializzarsi nella realtà. Senza sapere come e quando, la ragazza compare in carne e ossa nel suo appartamento. Dopo lo shock iniziale ed essersi accertato di non essere impazzito seriamente una volta per tutte («questa volta mi rinchiudono per davvero», è il suo primo pensiero all’arrivo di Ruby), Calvin capisce la portata dell’evento e delle sue conseguenze. Ogni parola scritta su Ruby, può plasmare la creatura secondo esigenze ed umore del creatore. Un potere incredibile quanto pericoloso e difficile da gestire, specie se di mezzo ci sono i sentimenti…
Ruby Sparks è dunque una commedia romantica dai toni agrodolci, ma – come sottolineano registi e sceneggiatrice – soprattutto una storia dedicata al grande potere dell’immaginazione («non è un caso che Calvin crei Ruby scrivendo con una macchina da scrivere, anziché un computer») e all’esplorazione del controllo. Ovvero due degli aspetti che hanno spinto Dayton e la Faris a prendere parte al progetto, dopo un’assenza dal grande schermo di sei anni. «Accettiamo di lavorare a un film quando ci innamoriamo di un’idea. E questa sceneggiatura di dava modo di dar vita a un evento magico in un mondo reale. La magia è molto più interessante se i fatti si svolgono in un contesto che conosciamo. Inoltre, prendiamo in considerazione un progetto solo se ci viene garantito il final cut. Non vogliamo dirigere l’opera di qualcun altro. Negli ultimi anni, tuttavia, abbiamo iniziato a lavorare su diverse opere, ma Ruby Sparks è quello che si è concretizzato prima, per una serie di motivi». Tra cui la reciproca stima con Paul Dano (già nel cast di Little Miss Sunshine), che ancora una volta, grazie a questa perfomance, si è confermato un grande talento, «uno dei migliori attori della sua generazione», per dirla con le parole del direttore del festival, Olivier Père. (Lo vedremo in Looper accanto a Joseph Gordon-Levitt, mentre attualmente sta ultimando le riprese di Twelve Years a Slave di Steve McQueen).
La prova di Dano è senza dubbio uno dei fiori all’occhiello del film, che brilla per una chiara impronta autoriale (a più mani), sensibilità, ritmo, ironia e pulizia dei dialoghi, efficaci e mai banali.
La coppia protagonista funziona benissimo sullo schermo, proprio come sembra nella vita: affiatati i due attori ben condensano la passione/aspirazione artistica tipica del cinema indipendente (dai quali entrambi provengono) e la presenza scenica dei blockbuster, seppure entrambi bellezze non convenzionali.
Buona e divertente anche la prova di un inedito Antonio Banderas nei panni del falegname hippie, nuovo compagno della madre di Calvin, interpretata da Annette Bening, a suo agio anche nel ruolo di una pazzerella e comica ex borghese convertita.
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Gli attori protagonisti di Ruby Sparks, Paul Dano e Zoe Kazan, insieme ai registi Jonathan Dayton e Valerie Faris al 65esimo Festival del Film Locarno
Foto: © Festival del film Locarno / Sailas
Qui sotto una foto del film:
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