“L’idea della Terra messa sotto assedio da un attacco alieno mi ha sempre affascinato, così cominciai a pensare: cosa succederebbe se tutto questo accadesse nel quartiere dove sono cresciuto, South London? E cosa accadrebbe se una cosa del genere si verificasse durante una rapina?”. Così Joe Cornish, uno dei tre sceneggiatori (insieme a Steven Moffat e il caro amico Edgar Wright) de Le avventure di Tintin: il segreto del Liocorno, presenta il suo film d’esordio alla regia (presentato alla stampa oggi fuori concorso al Festival del film Locarno ma già distribuito in Gran Bretagna), Attack the Block (in Italia in sala a novembre), un action che strizza l’occhio ai film d’azione USA anni Ottanta e a cult come Alien, I gremlins e La cosa, ma interamente pensato, studiato e girato in UK, con un very low budget, “superiore a quello di The Blair Witch Project, ma inferiore a quello di Cowboys & Aliens (anch’esso in anteprima europea a Locarno, ndr)”, scherza il produttore indipendente James Wilson.
Anni fa, il regista fu aggredito da un gruppo di ragazzini… “E’ stato davvero surreale. Erano così simili a me, probabilmente avevamo tante cose in comune, e forse eravamo pure allo stesso livello di Call of Duty. Mi sembrava di essere in un film, così ho preso spunto da questo evento per portare a Londra un po’ delle pellicole che avevo amato da ragazzino”, spiega ancora Cornish, che per il suo debutto ha chiamato all’appello un gruppo di giovani non professionisti. “Il motore del film – li definisce il regista -. Hanno portato sul set un’energia e un’entusiasmo indescrivibili”. E traspare: sono loro i teppisti minorenni che si trasformano in eroi, salvando Londra da un’invasione aliena… Seppur scoprendo, in seguito, di averla in qualche modo causata.
Ad aiutare il gruppo di non professionisti a interpretare la battaglia contro gli alieni sono stati proprio gli extraterrestri, creature feroci, a metà strada tra lupi e gorilla (“l’ispirazione per i mostri l’ho avuta osservando il mio gatto nero”, scherza il regista). Gli alieni, infatti, non sono stati ricostruiti in CGI, “gli attori interagivano con qualcosa di concreto, le loro reazioni erano autentiche”, illustra in proposito Cornish, che ha mostrato una gran cura dei dettagli.
Dialoghi, gesti, costumi, tutto ha un sapore quasi reale. Merito di mesi di ricerca, che hanno comportato anche uno studio del linguaggio, dello slang usato dalla gang, scritto proprio sulla falsariga di quello di ragazzi incontrati e intervistati appositamente.
Nel cast del film, troviamo anche volti noti, come quello di Nick Frost (che vedremo pure in Tintin), che interpreta il “piccolo ma decisivo” ruolo dello spacciatore Ron.
© RIPRODUZIONE RISERVATA