Dominic Monaghan è noto per aver interpretato due personaggi molto diversi ma straordinariamente connessi: Merry nella trilogia de Il Signore degli Anelli e Charlie in Lost. Sebbene appartengano a universi narrativi distinti, entrambi i ruoli condividono un filo conduttore che va oltre la carriera dell’attore. Monaghan, infatti, ha intrecciato un legame sorprendente tra queste due interpretazioni, ispirandosi a un elemento chiave del fantasy di Tolkien per rendere ancora più autentico il suo ritratto nella serie televisiva cult.
Quando Lost debuttò nel 2004, ottenne immediatamente un successo travolgente. La serie andò in onda per la prima volta il 22 settembre 2004, solo un anno dopo l’uscita de Il Signore degli Anelli: Il ritorno del re nel 2003, ultimo capitolo della trilogia di Peter Jackson. Quest’ultima aveva dimostrato che il genere fantasy era ancora una forza dominante al cinema, e Lost si preparava a dimostrare che lo stesso poteva valere anche per la televisione. Mescolando mistero, fantascienza e fantasy, la serie si affermò come un’opera innovativa senza bisogno di approdare sul grande schermo.
Prima di diventare Charlie in Lost, come dicevamo, Dominic Monaghan era già noto per il suo ruolo nella trilogia de Il Signore degli Anelli, dove interpretava Meriadoc “Merry” Brandybuck. L’attore esordì nel primo film della saga, La Compagnia dell’Anello (2001), e apparve in tutti e tre i capitoli, conquistando il pubblico con il suo ritratto del giovane hobbit. Le riprese durarono più di un anno, dal 1999 al 2000, con ulteriori sessioni per completare la trilogia. Sebbene Merry fosse già stato interpretato da Michael Collins in una serie radiofonica del 1955, la versione di Monaghan è diventata la più iconica.
Successivamente, Monaghan partecipò anche a produzioni come X-Men Origins: Wolverine (2009) e Star Wars: L’ascesa di Skywalker (2019). Tuttavia, il suo ruolo in Lost lo consacrò come uno degli attori più apprezzati della serie. Charlie Pace, un musicista di successo caduto in disgrazia a causa della dipendenza da eroina, fu un personaggio complesso e tormentato. La sua evoluzione, da uomo egoista a eroe, culminò con il sacrificio finale nella terza stagione, nell’episodio Through the Looking Glass. Anche dopo la sua morte, Monaghan tornò in alcuni cameo e flashback, concludendo definitivamente la sua storia nell’ultimo episodio della serie, The End.
Uno degli aspetti più interessanti della performance di Monaghan in Lost riguarda l’ispirazione dietro il suo ritratto della dipendenza di Charlie. L’attore ha rivelato di essersi ispirato a Gollum, interpretato da Andy Serkis ne Il Signore degli Anelli: rendendo l’ossessione della creatura per l’Unico Anello una metafora vivente della dipendenza. Monaghan ha studiato i movimenti, le espressioni e il tormento interiore del personaggio, trasponendoli nel suo ritratto di Charlie. I momenti di astinenza di Charlie, la sua rabbia e il suo conflitto interiore richiamano direttamente le reazioni di Gollum quando è separato dall’Anello.
Questo legame si riflette in alcune scene chiave di Lost. In particolare, nell’episodio The Moth, Charlie affronta il suo desiderio di eroina, riuscendo infine a liberarsene simbolicamente gettando la droga nel fuoco. Questo gesto richiama il finale de Il Signore degli Anelli, in cui Gollum precipita nel fuoco di Monte Fato, distruggendo l’Anello; tuttavia, a differenza di Gollum, Charlie emerge vincitore dalla sua battaglia, trasformandosi in un eroe.
La scelta di Monaghan di ispirarsi a Gollum è ancora più significativa considerando il metodo di lavoro di Andy Serkis che, a sua volta, aveva studiato nel dettagli gli effetti fisici e psicologici della dipendenza. Come ha dichiarato in diverse interviste, Serkis ha costruito Gollum come un personaggio in bilico tra disperazione e ossessione, portando alla luce la complessità di un individuo controllato da una forza esterna. Questo studio dettagliato ha reso Gollum una delle figure più memorabili del cinema, influenzando a sua volta Monaghan nella costruzione del suo Charlie.
Senza l’interpretazione di Serkis, probabilmente Charlie non sarebbe stato altrettanto convincente. Entrambi i personaggi rappresentano il lato oscuro della dipendenza e il potere distruttivo dell’ossessione, portando in scena una lotta universale tra la luce e le tenebre. Ci avevate mai pensato? Fatecelo sapere nei commenti!
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Fonte: CBR
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