Fabio Guaglione, il regista del duo Fabio & Fabio che ha realizzato i cortometraggi premiati in tutto il mondo Afterville, Silver Rope ed Eden, da grande appassionato condivide con i lettori di Best Movie un’approfondita analisi sul serial che ha rivoluzionato il genere, Lost.
E’ il 24 Maggio 2010. Mi alzo alle cinque del mattino e sapere che a breve guarderò la fine di Lost provoca un’emozione che non riesco nemmeno a connotare. Una serie che personalmente mi ha dato tantissimo. Da spettatore, infinite emozioni e riflessioni. Da addetto ai lavori, vere e proprie lezioni di storytelling della nuova generazione. Sei anni di fiato sospeso, di elucubrazioni mentali, di condivisione di pensieri con altri fruitori della serie… stanno per giungere al termine.
Non sapevo che Fox aveva organizzato una maratona per riproporre la sesta serie. Acceso il televisore, mi riguardo le due puntate prima del finale. Perché Lost va visto e rivisto. Non a priori, come un comandamento. Ma perché la sua struttura e i suoi contenuti offrono nuovi spunti ad ogni visione di uno stesso episodio. E’ come un grosso, immenso puzzle… e per ricomporre i pezzi bisogna osservarli bene, sia da vicino sia da lontano. Questo è il motivo per cui milioni di persone nel mondo non hanno semplicemente guardato gli episodi di un telefilm… ma hanno vivisezionato ogni singola immagine, hanno indagato sui misteri della serie rivedendosela più volte, hanno vissuto le storie dei personaggi da diversi punti di vista e crescendo con loro in questi sei anni, hanno cercato di capire meglio ciò che stava succedendo sull’isola documentandosi su antichi culti religiosi o sulle teorie della new science. Questo è il motivo per cui, a sei anni dalla sua apparizione, Lost è tutt’altro che scomparso. Anzi, il finale era atteso come un proprio evento mediatico. un evento che è iniziato in contemporanea mondiale. Di per sé, la sensazione di partecipare a qualcosa che così tante persone hanno atteso non ha prezzo ed in quel momento, alle 6 del mattino italiane, siamo in chissà quanti milioni, davanti al teleschermo, a vedere “la fine”. Adoratori incondizionati e critici spietati. Tutti lì, chi sperando di trovare risposte ai misteri, chi cercando di capire come sarebbe finita la vita dei personaggi, chi semplicemente guardando il finale di un pezzo di storia della televisione.
Inizia. Le prime immagini hanno una vibrazione insolita. E’ la fine. Si sente. Si sente che siamo su un altro piano rispetto ad alcune cadute di tono delle ultime puntate. L’arrivo del cargo con la bara. La mano di Jack che trema. Ok, sono dentro, totalmente. E’ la fine di Lost. (continua)
Lo speciale continua, diviso in capitoli:
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