In Lost, la sopravvivenza sull’isola è segnata da conflitti, misteri e scelte cruciali che ne determinano il destino. Tuttavia, c’è un momento nella seconda stagione in cui un singolo personaggio avrebbe potuto risolvere gran parte dei problemi che tormentano i naufraghi. Un semplice gesto avrebbe potuto cambiare le sorti dell’intera isola, ma la decisione presa in quel frangente ha avuto conseguenze imprevedibili, rimodellando il corso della storia.
Sostanzialmente, molti dei problemi che affliggono i sopravvissuti del volo Oceanic 815 e l’equilibrio di potere sull’isola avrebbero potuto essere evitati se Sayid Jarrah avesse ucciso Ben Linus nella seconda stagione. Ben, leader manipolatore degli “Altri”, si presenta ai protagonisti sotto il falso nome di Henry Gale, affermando di essere un naufrago sopravvissuto con la moglie a un incidente in mongolfiera. Sayid, sospettoso, lo interroga e scopre la sua vera identità, arrivando a puntargli una pistola. Tuttavia, Ana Lucia interviene, impedendo l’esecuzione e lasciando in vita Ben, una decisione che cambierà drasticamente il corso degli eventi.
Se Ben fosse morto in quel momento, l’intera struttura di potere sull’isola avrebbe subito un ribaltamento. Il controllo degli Altri, già in bilico a causa delle tensioni interne, sarebbe passato probabilmente a Richard Alpert o a John Locke, con conseguenze potenzialmente più favorevoli per i naufraghi. La morte di Ben avrebbe eliminato uno dei principali manipolatori e catalizzatori dei conflitti, forse portando a una pace temporanea o addirittura a un’alleanza tra i due gruppi. Tuttavia, la presenza di Ben ha introdotto un elemento di imprevedibilità, con tradimenti, alleanze precarie e un crescendo di tensioni che hanno definito l’arco narrativo della serie.
La decisione di mantenere Ben vivo non è stata solo un colpo di scena narrativo, ma anche una scelta creativa dettata dall’interpretazione di Michael Emerson. Originariamente pensato come un personaggio secondario destinato a morire dopo pochi episodi, Ben è diventato uno dei personaggi più iconici della serie grazie alla capacità di Emerson di rendere il personaggio complesso e affascinante. La sua evoluzione, da antagonista spietato a figura quasi redenta, ha offerto una delle linee narrative più interessanti di Lost, esplorando temi di moralità, redenzione e destino.
La mancata esecuzione di Sayid, dunque, non è solo un punto di svolta nella trama, ma anche un esempio di come le scelte dei personaggi abbiano plasmato il destino dell’isola. Se Sayid avesse premuto il grilletto, molte delle tragedie e delle manipolazioni orchestrate da Ben sarebbero state evitate, ma si sarebbe persa l’opportunità di esplorare le dinamiche complesse tra i protagonisti e gli Altri. Lost, in fondo, è sempre stata una storia di scelte e conseguenze, e quella decisione in particolare ha definito il corso degli eventi, rendendo la serie un racconto avvincente e imprevedibile fino alla fine.
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Fonte: CBR
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