L’iconica Lost, creata da J.J. Abrams nel 2004 in collaborazione con Damon Lindelof, è nota per le numerose influenze provenienti da vari ambiti culturali, letterari e filosofici. Tra le principali fonti di ispirazione figura Stephen King, il celebre autore di horror e narrativa fantastica. La serie, che ha catturato l’immaginazione di milioni di spettatori con il suo cast corale e i complessi intrecci narrativi, ha preso spunto da molte delle tematiche e delle dinamiche presenti nei romanzi del re dell’orrore, in particolare nel suo celebre The Stand.
Lost inserisce nel suo universo anche elementi tipici dell’horror, con personaggi che lottano per la sopravvivenza in circostanze estremamente difficili. Uno dei riferimenti più evidenti a King si trova in un flashback del personaggio di Juliet Burke (interpretato da Elizabeth Mitchell), dove la donna afferma che il suo libro preferito è Carrie, il romanzo d’esordio di King. Tuttavia, le influenze di King non si fermano a un semplice cenno. La saga apocalittica di The Stand ha avuto un impatto significativo su molte trame e personaggi di Lost, in particolare sulla costruzione della lotta tra il bene e il male.
Nel romanzo in questione, infatti, è uno degli elementi centrali, che torna frequentemente anche in Lost. La storia di King ruota attorno a un’apocalisse globale causata da un virus mortale che decima il 99,4% della popolazione mondiale. I pochi sopravvissuti si trovano a dover scegliere tra due leader carismatici: la benevola Madre Abigail e l’oscuro e malefico Randall Flagg. Questo scontro tra due forze opposte, con la formazione di fazioni contrapposte, è simile alla dinamica di Lost, dove i personaggi principali si schierano tra il bene, rappresentato da Jacob, e il male, incarnato dal Misterioso Uomo in Nero (The Man in Black), quest’ultimo interpretato da Titus Welliver.
Flagg è un personaggio manipolatore che riesce ad attrarre a sé seguaci, spesso persone vulnerabili che ha il potere di controllare. La sua figura ricorda molto quella dell’Uomo in Nero, che, come Flagg, si traveste di inganno per ottenere il controllo sugli altri. Un esempio significativo di questa manipolazione si trova nel personaggio di Claire (interpretata da Emilie de Ravin), che viene ingannata dal Misterioso Uomo in Nero, che assume l’aspetto di suo padre, Christian Shepherd (interpretato da John Terry). Questa connessione tra i due personaggi riflette chiaramente l’influenza di King su Lost, dove il bene e il male non sono solo concetti astratti ma si manifestano attraverso azioni, inganni e sacrifici.
Un altro esempio della profondità dell’influenza di King su Lost è il personaggio di Charlie Pace, interpretato da Dominic Monaghan. Charlie è un musicista fallito, un ex tossicodipendente, che mostra una chiara ispirazione al personaggio di Larry Underwood di The Stand. In un incontro tra J.J. Abrams e Damon Lindelof, i due creatori della serie hanno discusso l’idea di basare il personaggio di Charlie su Larry, un altro musicista che lotta con la propria dipendenza e che, proprio come Charlie, affronta un viaggio di redenzione.
Charlie, come Larry, è un personaggio con un passato turbolento che si trova a dover compiere sacrifici importanti per il bene degli altri. La sua evoluzione verso il sacrificio finale, in cui decide di morire per salvare gli altri e per impedire che il male prevalga, riflette il percorso di Larry in The Stand. Charlie si sacrifica in una delle scene più iconiche della serie, quando si immerge nel Looking Glass, una stazione sotterranea per bloccare i segnali provenienti dall’isola, per consentire a Desmond di fuggire. Questo atto di eroismo finale di Charlie ricorda quello di Larry, che, pur avendo un percorso di crescita più graduale, compie un sacrificio simile per proteggere l’umanità da Flagg.
Lost non si limita solo a prendere ispirazione da The Stand, ma attinge anche ad altri temi ricorrenti nell’opera di Stephen King, come le archetipiche figure del “silenzioso eroe”, del “nerd” o del “tecnico”, che appaiono tanto in The Stand quanto in Lost. I personaggi di Lost, come Jack Shephard (interpretato da Matthew Fox), che incarna l’eroe silenzioso, e Sayid (interpretato da Naveen Andrews), che ricopre il ruolo del tecnico, hanno paralleli diretti con i protagonisti di The Stand. Jack, ad esempio, ricorda la figura di Stu Redman, un eroe che si distingue per il suo coraggio e la sua determinazione.
Il legame tra Lost e l’opera di Stephen King è evidente non solo nei temi e nelle dinamiche tra i personaggi, ma anche nella costruzione stessa della trama, che intreccia sacrifìci, scelte morali e la continua lotta tra il bene e il male. Sebbene Lost abbia preso spunto da molte altre fonti, è innegabile che King abbia avuto un impatto profondo sulla serie, contribuendo a forgiare alcuni dei suoi personaggi più complessi e le sue tematiche più coinvolgenti.
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Fonte: CBR