La città di Taormina è in fermento già da stamattina presto. L’intero cast di L’Uomo d’acciao è approdato nella splendida città siciliana guidata dal suo regista Zack Snyder e accompagnato dai produttori Charles Roven e dalla moglie di Zack, Deborah Snyder (leggi la nostra recensione) Questa sera tutti presenzieranno alla première del film presso il Teatro greco già tutto esaurito. Nel pomeriggio prima della gran soireé si sono concessi ai giornalisti, prima con una conferenza stampa ufficiale e poi con incontri più ristretti. Ecco la cronaca dell’incontro con la stampa, a cui hanno presenziato in gran parata: Henry Cavill, Russell Crowe, Michael Shannon, Amy Adams, Zack Snyder e Antje Traue. Il clima era rilassato e informale e soprattutto Snyder si è prodigato molto nello spiegare la filosofia alla base del suo film, ma come sempre a vivacizzare la conferenza stampa ci ha pensato un Russell Crowe, più rilassato del solito, ma sempre pungente.
Signor Crowe, pare che lei abbia dovuto seguire una dieta e un allenamento speciale per questo film. È vero?
Russell Crowe: «Devo seguire una dieta per ogni fo….to film che io faccia».
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Come si è sentito nel paragone con un grande del cinema come Marlon Brando?
«Non ho mai visto i film originari degli anni ’70 e così non ho potuto farmi condizionare e poi il mio costume è decisamente migliore e quindi mi sono completamente immedesimato nella parte di un padre quale io stesso sono. È stato più semplice di qualsiasi altro ruolo, perché non ho dovuto fare alcuna ricerca, essendo un personaggio di fantasia».
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Una domanda per il protagonista Henry Cavill: lei è stato definito lo sfortunato di Hollywood perché ha sfiorato spesso ruoli importanti, ma senza mai agguantarli, dal precedente Superman a Bond. Cosa si prova ad aver finalmente avuto la sua occasione?
Henry Cavill: «Io non mi definirei uno sfortunato, perché già solo il fatto di arrivare a essere selezionato per quei ruoli è un privilegio grandissimo».
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Signor Crowe è più facile interpretare l’arte di un gladiatore romano, di un alieno di fantasia o di un personaggio comune alla Insider?
R.C. : «E beh, ma così lei mette in discussione la reale esistenza di Krypton. Comunque, ho una risposta molto semplice a questa domanda. Io amo il mio lavoro e metto entusiasmo in qualsiasi ruolo io faccia e far parte di questa famiglia è stato un viaggio emozionante e avvincente. E poi per me che sono padre di due ragazzi è stato molto semplice entrare nella parte…»
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Signor Snyder, il suo è un film ricchissimo. La chiamano il Tiziano degli effetti speciali. la inorgoglisce questa definizione?
Z.S.: «Sono sempre stato interessato a riprodurre il fantastico e sono a mio agio con gli effetti speciali se parto col disegnare la mia storia. Sono stato fortunato a lavorare con un cast così intelligente, perché insieme abbiamo reinterpretato Superman. ognuno ha dato un contributo. È una origin story e volevamo far vedere il passato del l’eroe per dargli una dimensione più intima».
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Signora Adams, che cosa l’ha più appassionata di questo film?
Amy Adams: «I riferimenti mitologici della sceneggiatura di Goyer. È affascinante seguire le sue metafore, quando le fai tue entri in una dimensione più connessa col tuo personaggio e con gli altri».
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Signor Shannon, lei ama i personaggi complessi. Che cosa l’ha attratta in Zod?
Shannon: «Il suo essere completamente identificato con la causa e la sua determinazione, che però è sempre inferiore a quella di Superman».
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