Dal suo debutto negli anni ’60, il personaggio di Lupin III, ladro gentiluomo creato dal mangaka Monkey Punch e nipote del celebre Arsène Lupin, protagonista di vari romanzi di Maurice Leblanc, non ha mai smesso di intrattenere e affascinare il pubblico. Con oltre 300 episodi, attraverso sette serie televisive, per non parlare dei film, gli speciali Tv e i fumetti, il personaggio è ancora amatissimo e sono tuttora molti i misteri irrisolti che gli spettatori attendono di sciogliere.
Uno di essi riguarda lo stile di Lupin: come è noto, nonostante sia un mago del travestimento, il ladro non rinuncia mai all’eleganza, e nelle sue avventure è rappresentato sempre in giacca e pantaloni. Il colore delle sue giacche, che ha subito numerosi cambiamenti nel corso degli anni, è uno degli enigmi più interessanti della serie. I fan, infatti, hanno ipotizzato che dietro ai vari colori ci fosse un significato più articolato, come ad esempio la presenza di un multiverso o di dimensioni parallele con delle versioni alternative del protagonista.
Questo mistero è tuttora irrisolto, ma d’altra parte è vero che i colori ci dicono qualcosa in più sul personaggio di Lupin III. Per chi si stesse approcciando soltanto oggi all’opera, proprio la giacca è un importante indicatore di che tipo di protagonista aspettarsi.
Nel manga, la giacca originale di Lupin era di colore rosso. Tuttavia, la produzione del primo anime degli anni ’70 non riuscì a ottenere una colorazione adatta (il rosso risultava sempre troppo fluorescente) e il character designer Yasuo Otsuka decise di optare per il verde. Questa tonalità compare soprattutto nei primi prodotti del franchise, compresi i film Lupin III – Il castello di Cagliostro di Hayao Miyazaki e La cospirazione dei Fuma, mentre più recentemente l’abbiamo vista nella serie La donna chiamata Fujiko Mine del 2012 e nell’ultima, Una storia senza fine, andata in onda tra il 2021 e il 2022. Il verde viene utilizzato per evidenziare il carattere di gentiluomo del protagonista, dandogli una connotazione più umana, ma anche sottolineando il suo lato serio ed eroico, nonché il suo infallibile intelletto.
La giacca più famosa di Lupin, tuttavia, è probabilmente quella rossa, subentrata all’inizio degli anni ’80 e comparsa in 155 episodi e nella maggior parte dei film, sia quelli realizzati per la televisione che quelli per il cinema (compreso il più recente, Lupin III: The First, in cui per la prima volta il personaggio è realizzato in CGI). La giacca rossa è sinonimo di un ladro gentiluomo più stravagante, spensierato e scatenato: le avventure caratterizzate da questo colore sono ricche di comicità e gag slapstick, con toni decisamente meno seri delle precedenti.
La giacca rosa è presente nella serie Lupin, l’incorreggibile Lupin degli anni ’80 e in poco altro, cosa che la rende il colore meno popolare per gli abiti del ladro gentiluomo. Pare che il character designer Yuzo Aoki si sia ispirato alla moda del momento in Giappone: il marchio italiano Benetton, infatti, aveva aperto un negozio a Tokyo nel quale per la prima volta si proponeva il rosa anche per l’abbigliamento maschile. La stagione caratterizzata da questo colore porta all’estremo il lato sciocco e demenziale di Lupin, con gag cartoonesche che ricordano quasi i Looney Tunes: una decisione che fu molto divisiva tra i fan dall’epoca (non a caso ad oggi è la serie meno apprezzata dal fandom).
Infine, l’ultima arrivata è la giacca blu, che fa il suo debutto in Lupin III – L’avventura italiana (2015) ed è presente anche in Lupin III – Ritorno alle origini (2018). Questo colore è stato scelto in omaggio all’Italia, dove si svolgono le storie della quarta serie del ladro gentiluomo. Qui, il protagonista è più in linea con il moderno eroe delle storie d’avventura shonen: è determinato, calcolatore e sicuro di sé come nella versione “verde”, ma non per questo rinuncia alla comicità. Più di ogni altra cosa, viene raffigurato come un amante dell’avventura per cui nulla è impossibile (nemmeno il viaggio nel tempo!): è diventato, quindi, un personaggio profondo, poliedrico e senza limiti, che porta sempre più in alto l’asticella dei suoi colpi e delle sue trovate.
Che ne pensate e, soprattutto, a quale versione siete più affezionati?
Fonte: Screen Rant
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