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L’ora nera 3D

Gli alieni arrivano sulla Terra, ma questa volta nessuno sa che forma abbiano: il secondo film del quasi-esordiente Chris Gorak mette Emile Hirsch e Olivia Thirlby contro un’invasione di letali... onde elettromagnetiche

L’ora nera 3D

Gli alieni arrivano sulla Terra, ma questa volta nessuno sa che forma abbiano: il secondo film del quasi-esordiente Chris Gorak mette Emile Hirsch e Olivia Thirlby contro un’invasione di letali... onde elettromagnetiche

Un film di fantascienza che parla di un’invasione aliena, ambientato a Mosca e in cui i cattivi non si vedono: se c’è un aggettivo che L’ora nera 3D si merita è «anticonvenzionale». In un panorama – quello della sci-fi catastrofica – che pullula di Ultimatum alla Terra e World Invasion, Chris Gorak (un passato da art director per Fincher e Gilliam, qui al suo secondo film: il primo è il semisconosciuto Right at Your Door) ha deciso di puntare su un’ambientazione poco ortodossa come la città di Mosca e di sovvertire qualche regola del genere. Gli alieni, per esempio, non sono mostri antropomorfi o creature tentacolari, ma onde elettromagnetiche invisibili ma letali. Starà ai protagonisti (Emile Hirsch e Olivia Thirlby, vista in Juno), americani rimasti intrappolati nella capitale russa, capire come fronteggiare la minaccia. Girato interamente in 3D, L’ora nera nasce sotto l’egida di Timur Bekmambetov, regista (di Wanted, tra gli altri) e produttore che negli ultimi è diventato mentore e primo sponsor di una scena (quella della sci- fi russa) che sta conoscendo in questi ultimi anni una vera e propria rinascita.

dal 20 gennaio

(The Darkest Hour, Usa 2011)
Regia: Chris Gorak
Interpreti: Emile Hirsch, Olivia Thirlby
Trama: Un gruppo di ragazzi americani in vacanza a Mosca rimane intrappolato nella capitale russa a causa di un attacco alieno; problema: gli invasori sono invisibili onde di energia.
Genere: sci-fi
Durata: 189′

Da vedere perché: per scoprire uno sci-fi insolito e anticonvenzionale.

La scheda del film è pubblicata su Best Movie di gennaio a pag. 129

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