Recentemente la Paramount ha organizzato un proiezione in anteprima per la stampa di World War Z, in cui mostrava in esclusiva 15 minuti del film, introdotti da Brad Pitt, protagonista e produttore della pellicola con la sua Plan B. Durante l’evento era presente il regista Marc Forster (Quantum of Solace), che è stato puntualmente intervistato. Rispondendo alle domande dei giornalisti, ha parlato degli zombie che popolano il kolossal catastrofico, e che dall’ultimo trailer italiano sembrano particolarmente agguerriti. «Per ucciderli non ci sono nuove regole, un colpo alla testa è perfetto – ha detto -. Ma anche mirare alle ginocchia non è male, perché poi iniziano a strisciare per terra. Ma la regola di base rimane sempre quella di sparargli alla testa. Come nei film degli anni ’70 di George Romero, gli zombie compaiono praticamente dal nulla: lì erano una metafora del consumismo, per me sono una metafora della sovrappopolazione mondiale e della mancanza di risorse sufficienti per sostenerla». A combatterli ci pensa un Brad in versione impiegato delle Nazioni Unite, abile nell’orientarsi situazioni di crisi a livello globale: Il suo personaggio riesce sempre ad individuare il problema e a venire fuori da queste situazioni critiche. per questo pensano sia il tipo giusto da affiancare allo scienziato incaricato di trovare la cura al virus. Virus che trasforma gli esseri umani in non morti in appena 12 secondi. Un tempo che il regista spiega in questo modo: «Ne abbiamo discusso molto e nel film alcune persone si trasformano più in fretta di altre. Di base abbiamo considerato le diverse modalità di mutazione di un virus, che possono essere rapide o lente. Scoprire il corretto comportamento del virus del film è proprio il compito del personaggio di Brad».
In ultimo, Forster ha parlato delle differenze con World War Z. La Guerra Mondiale Degli Zombi, il romanzo di Max Brooks da cui è tratto il film, soffermandosi soprattutto sul finale: «Una volta montato, il film non ci soddisfaceva pienamente. Il finale non era quello che avremmo voluto. Sapevamo di poter fare meglio, così abbiamo proposto allo studio di cambiarlo e la proposta è stata accettata. Siamo tornati al lavoro e abbiamo girato altre scene, e il risultato ci è piaciuto molto di più. Sono contento di averlo fatto e di non essermi fermato al finale originale. Abbiamo già fatto un test screenings, e al pubblico è piaciuto molto, sia a quelli che avevano letto il libro, sia ai fan dei film sugli zombie».
Il prossimo 27 giugno daremo anche noi il nostro parere.
Fonte: Collider
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