Le storie dei personaggi di Mare Fuori hanno appassionato milioni di spettatori, contribuendo a far conoscere interpreti che a volte hanno un passato e vite ancora più tragiche di quelle di coloro che sono chiamati a interpretare. Dopo aver scoperto la storia di Giovanna Sannino, più drammatica di quella della sua Carmela, ora tocca Antonio D’Aquino, ovvero Milos.
Il classe 1999 nato a Castellammare di Stabia interpreta uno dei ragazzi detenuti presso l’IPM di Napoli, un giovane omosessuale di origini sinti che dalla seconda stagione è diventato sempre più protagonista. Legatissimo ad una ragazza transgender, della quale si è sempre preso cura, è finito nel carcere minorile proprio per difenderla. Una storia tragica, ma anche in questo caso la realtà può superare la fantasia.
Durante un’intervista con Vanity Fair, Antonio D’Aquino di Mare Fuori ha rivelato infatti di aver rischiato di morire e di ricordarsi ancora molto bene quel quasi fatale episodi. «Stavo lavorando con mio cugino su una nave da crociera, impegnato a smontare il motore di una batteria alla quale erano collegati dei fili elettrici che pensavamo fossero staccati – ha raccontato -. Iniziamo a prendere il cacciavite ma poi arriva di corsa un ufficiale a urlarci di togliere subito le mani da lì perché quella batteria era attiva. Abbiamo rischiato di saltare in aria e il pensiero, ancora oggi, mi fa tremare le gambe».
Una tragedia sfiorata per l’attore, che come molti altri suoi colleghi di set ha alle spalle un passato difficile: «Sono nato e cresciuto nel rione Savorito di Castellammare di Stabia, una zona popolare che mi ha fatto diventare quello che sono adesso. Stavo più in strada che a scuola» ha raccontato. La strada gli ha insegnato «a prendere delle decisioni anche difficili e a gestire le situazioni più complicate che la vita ti offre». Grazie ai suoi genitori, ha evitato però di prendere la stessa strada buia di alcuni amici che si sono persi, perché morti o finiti in carcere.
Dopo aver fatto tanti diversi lavori, dal piastrellista all’addetto sulle navi da crociera, ecco la chiamata per Mare Fuori e le lacrime: «Ce l’avevo fatta. Mia madre piangeva più di me, mentre ricordo che mio padre mi guardava a capotavola, con la sigaretta in bocca e gli occhi lucidi. Sapevo che era orgoglioso di me, e sapevo che tutto avrebbe voluto tranne che seguissi le sue orme e facessi il suo lavoro».
Ed è proprio per il padre che porta avanti un sogno: «Guadagnare abbastanza per permettere a mio padre di smettere di fare quel lavoro e per comprare una nuova casa alla mia famiglia. Mi piacerebbe molto poi portare mamma altrove. A 53 anni non ha mai visto l’Italia, ha sempre vissuto nel quartiere. Vorrei farle vedere il mondo, che è bellissimo».
Foto: RaiPlay
Fonte: Vanity Fair
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