Dopo il folle culturista di Pain & Gain – Muscoli e denaro, Mark Wahlberg torna a lavorare con Michael Bay; ma questa volta, per vestire i panni del meccanico Cade Yeager, ci deve mettere anche l’ingegno. E il cuore, che batte per la famiglia e per il suo regista
Come sei arrivato ad avere questo ruolo?
«Io e Michael Bay abbiamo lavorato veramente bene insieme in Pain & Gain – Muscoli e denaro; un giorno viene da me e semplicemente mi chiede se sono interessato al ruolo. È stato tutto di una semplicità disarmante…».
E come paragoneresti l’esperienza al fianco di Bay nei due film?
«Che ci crediate o meno, è stata praticamente la stessa. Con la differenza che i tempi di lavorazione per Transformers sono durati il triplo. Mi piace lavorare con Michael. E dal momento che sono un aspirante regista, riuscire a vedere così da vicino cosa fa e come lo mette in pratica è stata una grande esperienza. È un cineasta entusiasta e a suo dire questo film l’ha divertito come non succedeva da tempo. Ho cercato di rendergli la vita il più facile possibile, dal momento che era già abbastanza sotto stress di suo».
Cosa ti ha colpito di più della sua regia?
«Il solo osservare qualcuno riuscire a gestire una produzione gigantesca come questa è sconvolgente. E non importa che siano 30 giorni di riprese o 100, ha sempre il controllo di qualsiasi dettaglio».
Chi è Cade Yeager, il personaggio che interpreti?
«È un meccanico/inventore, un padre devastato in seguito alla perdita della moglie, che sta facendo del suo meglio per crescere la figlia. La sua passione per la tecnologia lo mette nei guai quando scopre qualcosa. Per riassumere: è un tipo ordinario catapultato in una situazione straordinaria, in cui deve fare di tutto e di più per cercare di proteggere Tessa». […]
«Prima dell’alba dei tempi c’era un luogo, un hangar. Non ne conosciamo l’ubicazione precisa, sappiamo solo che ospita un gruppo particolare di attori in pausa fra le riprese di un film e l’altro. Ecco dove la nostra razza vive. Non concediamo troppe interviste: alcuni le usano a fin di bene, ma altri travisano le nostre parole»
Grazie per l’intensa introduzione signor Prime. Optimus Prime, qual è il nome e quale il cognome?
«È un doppio nome. Un po’ come Carlo Alberto. Prime è anche un titolo. Uno dei tanti vantaggi dell’essere il portatore della Matrice del comando e quindi leader degli Autobot».
Le piace questa nuova vita da star hollywoodiana?
«Non c’è male. Non mi fraintendere, non voglio sembrare ingrato. Ma se la godono di più Bumblebee e Ratchet. Loro sono una Camaro e un Hummer. Provaci tu a parcheggiare un Western Star 4900 Custom da sei metri e mezzo nel giardino di George Clooney. Che serata da incubo!». […]
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