La querelle tra Martin Scorsese e i film Marvel continua. Ormai è passato tempo dalla sua celebre lettera in cui ha spiegato cosa intendesse dire definendo i cinecomic come parchi a tema, ma ogni occasione è buona per tornare sull’argomento. Specie se a parlarne ora è uno degli storici collaboratori e colleghi di Scorsese.
Parliamo di Paul Schrader, regista e sceneggiatore tra i simboli della Nuova Hollywood, attualmente in concorso a Venezia 78 con il suo ultimo The Card Counter (QUI la nostra recensione). Schrader è anche lo sceneggiatore di alcuni dei film più famosi di Martin Scorsese, ovvero Taxi Driver e Toro Scatenato, ma anche di L’ultima tentazione di Cristo e Al di là della vita. Benché non collaborino come regista e sceneggiatore da molti anni, i due sono decisamente legati: basti pensare che proprio Il Collezionista di Carte è prodotto da Scorsese.
Stupisce quindi che proprio Schrader abbia preso le difese dei film Marvel nella discussione con il leggendario regista premio Oscar. Durante un’intervista a GQ, al celebre collega è stato chiesto se condividesse o meno l’opinione che i film Marvel non siano cinema. Ha risposto così:
«No, sono cinema. Anche il video di un gatto su Youtube è cinema. È abbastanza sorprendente che l’intrattenimento che avevamo da adolescenti, i fumetti, sia diventato il genere dominante economicamente. Ogni generazione si informa, tramite letteratura, teatro, televisione o scuole di cinema. Ora abbiamo quella che si informa da videogame e manga. Non è che i filmmaker sono cambiati, è cambiato il pubblico. E quando il pubblico non vuole film seri, diventa davvero difficile farne uno. Quando lo vogliono, ti chiedono: ‘Cosa dovrei pensare dei diritti delle donne, dei gay, della situazione razziale, dell’inequità economica?’ e se il pubblico è interessato a questi temi allora si può fare film così»
Paul Schrader ha poi aggiunto che questo genere di film, quelli serie che comprendono temi sociali, venivano fatti anche negli anni ’50-’60 e ’70 e tutt’ora. Tuttavia, qualcosa è cambiato e non sono più al centro della conversazione. Cosa è cambiato?
«Non c’è un Walter Cronkite, un Johnny Carson o film da studio hollywoodiano. La massa centrale è sparita. Le persone si sono spostate in periferia, quindi hai il mondo del Comic-Con, o quello X, Y e Z ed è davvero difficile portare queste persone di nuovo insieme. Si è perso qualcosa culturalmente e non tornerà mai indietro».
Cosa ne pensate? Siete d’accordo con Paul Schrader? Fatecelo sapere nei commenti.
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Foto: Getty Images
Fonte: GQ
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