Proposto come thriller erotico ad alto tasso di sensualità, Mea Culpa conquista la posizione numero 1 tra i film più visti sulla piattaforma Netflix. Ma sarà davvero in grado di bissare il successo di film come 365 giorni e relativi sequel? Prima di fare qualunque ipotesi, abbiamo deciso di verificare quante scene e quanti minuti di sesso ci sono effettivamente nel film di Tyler Perry (attenzione: l’articolo contiene alcuni spoiler).
Al centro c’è la trama c’è il personaggio interpretato dall’ex star delle Destiny’s Child, Kelly Rowland. Kelly era la seconda voce solista della band di Beyoncé Knowles, nonché la prima voce corista. Dopo lo scioglimento ha intrapreso con successo la carriera solista, ma ora sembra più interessata a rilanciare la propria immagine come attrice.
La prima parte del film è tutt’altro che erotica. Kelly Rowlands interpreta infatti Mea, una brillante avvocatessa, che nella vita privata soffre per un matrimonio in crisi. Più che sesso, vedremo allora la terapia di coppia, i litigi, la presenza incombente di una odiosa suocera. Quindi, nella sua vita fa il suo ingresso un presunto assassino, interpretato da Trevante Rhodes, acclamato protagonista di Moonlight di Barry Jenkins.
Zayr Malloy è un artista di successo e naturalmente un uomo profondamente tormentato, ma rispetto all’omicidio della sua fidanzata si proclama innocente. Per quanto l’avvocatessa sia evidentemente affascinata dal pittore, i suoi discorsi sul sesso e il piacere femminile, inizialmente è molto attenta a mantenere le distanze.
Quindi, per quanto riguarda la prima ora del film, il risultato è zero erotismo. La prima scena di sesso arriva dopo esattamente 50 minuti, ma si tratta di breve rapporto coniugale tra Mea e suo marito, il quale sembra lasciare per altro la donna piuttosto delusa. E siamo così ad appena 40 secondi.
Dovremo naturalmente attendere che l’avvocatessa e il presunto colpevole diano libero sfogo alla loro reciproca attrazione. Il gioco della seduzione prosegue però solo a parole, almeno finché l’artista non conduce Mea nel seminterrato del suo lussuoso loft. Qui troverà un club privato, ma anche se si tratta di orge, quello che si intravede tra veli e luci rosse non dura che pochi secondi.
Nonostante tutti i tentativi dell’uomo, compresa la carta della gelosia, lei continua a sfuggirgli. Un giro in moto senza casco, immersi nella notte di Chicago, sarà il preludio del tanto atteso idillio, che non arriva che dopo un’ora e dieci. Musica, candele e qualche barattolo di vernice dopo, i due protagonisti avranno finalmente consumato il loro capolavoro.
Due minuti di sesso totali sono comunque il massimo che gli spettatori otterranno da questo presunto thriller erotico, che comincia a somigliare sempre più a una soap opera. La donna infatti viene subito colta dai sensi di colpa nei confronti di suo marito, oltre a scoprire i dettagli più sordidi su Zayr, che si rivela a tutti gli effetti un bugiardo e un seduttore seriale.
Colpo di scena dopo colpo di scena, il film si avvia così verso il terzo atto e il pay-off finale, sempre in assenza totale di erotismo. Non vogliamo naturalmente rivelare troppo della trama, ma possiamo certamente dirvi che oltre alla scarsità di ritmo e qualche intrigo davvero poco credibile, quello che latita totalmente è proprio il sesso.
Due minuti e qualche manciata di secondi su due ore totali ci sembrano davvero troppo pochi perché un film abbia l’ardire di scegliere l’etichetta di thriller erotico. Una dicitura che, a questo punto, comincia pericolosamente a somigliare al fantomatico specchietto per le allodole. Non a caso, Mea Culpa è stato accolto da un punteggio terrificante su Rotten Tomatoes: solo il 14% di recensioni positive, tanto che per alcuni spettatori si tratta addirittura del peggior film Netflix di sempre. E se cercavate un degno erede della saga 365 giorni, purtroppo, non possiamo che consigliarvi di cercare altrove.
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