Eletta per ben due volte “attrice più sexy del pianeta” da For Him Magazine, Megan Fox è, soprattutto dal vivo, di una bellezza magnetica; eppure, nel corso del nostro incontro, fa di tutto per spostare l’attenzione sul suo carattere di donna indipendente e dalle idee chiare. Il pancione della sua terza gravidanza la precede ma il passo è deciso, almeno quanto quello del suo personaggio in Tartarughe Ninja – Fuori dall’Ombra, sequel del film che nel 2014 ha segnato il rilancio della serie cinematografica ispirata ai celebri fumetti di Kevin Eastman e Peter Laird. In questo secondo capitolo Megan veste ancora una volta i panni della coraggiosa e scanzonata giornalista April O’Neil, uno dei pochi esseri umani di cui le tartarughe si possono fidare.
Trent’anni da poco compiuti, negli ultimi anni la ex-star di Transformers ha un po’ diradato le proprie apparizioni ma ora, oltre che nella seconda avventura con Leonardo, Raffaello, Donatello e Michelangelo, la rivedremo presto anche nell’ennesima prova da regista di James Franco, Zeroville, dove interpreta una femme fatale nella Hollywood di fine anni ’60. In futuro, invece, stando alle sue recenti dichiarazioni, non le dispiacerebbe impersonare la tagliente Kitana in un eventuale reboot di Mortal Kombat. Del resto, Megan Fox è una tipa tosta, come ci ha ribadito lei stessa in quest’intervista.
In cosa si differenzia Tartarughe Ninja – Fuori dall’ombra rispetto al primo film?
«Non si prende troppo sul serio, è più una commedia per famiglie. Il primo, invece, era più simile al fumetto, con toni più dark».
E la tua esperienza sul set questa volta com’è stata?
«Molto più facile. Si sapeva esattamente quel che c’era da fare e tutto era stato già definito nei minimi dettagli».
Per le scene d’azione com’è andata?
«Bene. Mi è stato solo chiesto di correre sui tacchi, nulla di più (ride, ndr)».
Nei tuoi film interpreti spesso delle ragazze molto forti. Sei così anche nella vita di tutti giorni?
«Sì, lo sono sempre stata. Nel piccolo paese del Tennessee da dove vengo mi davano del maschiaccio: lì, in genere, le donne sono gentili, mentre io ero un peperino. È sicuramente parte della mia personalità, un aspetto di me che ho messo subito in chiaro anche qui a Hollywood: non sono una di quelle attricette sciocche! Mi reputo una persona molto intelligente, e nessuno riuscirà mai a mettermi i piedi in testa».
Cosa significa essere una madre a Hollywood?
«Sotto certi aspetti è più difficile, perché si lavora dalle 4:00 del mattino alle 10:00 di sera. La cosa positiva, però, è che questa vita la si fa solo per alcuni mesi, poi, terminate le riprese, si ha la possibilità di stare tutti i giorni a casa coi propri bambini. Quindi sì, è complicato ma non più di altre situazioni del mondo moderno in cui le donne fanno carriera. Comunque non rinuncerei mai alla mia professione per essere madre: questo lavoro è parte di me e i miei figli devono accettarmi per come sono. Certo, avere una famiglia può essere uno svantaggio se si pensa solo alla carriera, ma non è il mio caso».
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Foto ©Jessica Miglio/Lula Carvalho/Paramount Pictures All rights Reserved
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