Mel Gibson è attualmente al lavoro su La Passione di Cristo: Resurrezione, discusso e a lungo atteso sequel della controversa pellicola arrivata sui grandi schermi due decadi or sono, che vedeva Jim Caviezel nei panni di Gesù. Come è noto, la realizzazione del film si è svolta a Matera in un intenso clima religioso che nel corso del tempo ha consegnato alle cronache aneddoti sempre più sorprendenti.
In un’intervista rilasciata nelle ultime ore, è stato Sergio Rubini a raccontare alcune testimonianze dal set, partendo dalla difficoltà nell’adattarsi ai metodi di lavoro della produzione americana, fino alla totale immedesimazione dello stesso Caviezel nei panni del Messia. Rubini, che nel film presta il volto al ladrone buono sulla croce, infatti ricorda:
«Arrivai con l’approccio di attore europeo, ma un attore americano osa di più, come fece il nostro Gesù, Jim Caviezel, che pensava di poter fare miracoli: se ne andava in giro per le strade di Matera provando a moltiplicare pane e pesci. Tanto più che a Matera non c’è il mare. Mi disse che Mel Gibson gli aveva proposto il film il giorno in cui compiva 33 anni, e per lui era stato un segno divino.»
Oltre ai deliri mistici della star protagonista, Rubini ha poi descritto nel dettaglio il fermento religioso che ha animato l’intera produzione del film, che ad un certo punto ha visto anche lo stesso Gibson barcamenarsi tra presunte apparizioni di vario genere:
«Durante le riprese le apparizioni erano all’ordine del giorno: a chi appariva Gesù, a chi San Giuseppe. L’attore che impersonava Giuda assicurò che gli era apparsa la Madonna. Gibson si arrabbiò moltissimo, si trattava certo di un errore: a Giuda non poteva apparire la Madonna! Il set era pieno di preti lefebvriani, noi eravamo sulle croci disperati e infreddoliti e quelli dal basso ci mostravano le ostie consacrate. Gibson ci caricava: andrete in Paradiso, passerete delle serate fantastiche, in locali bellissimi. Insomma, il Paradiso di Mel era Las Vegas. Io non riuscivo a mischiare sacro e profano con la dimestichezza degli americani. Ho sofferto tantissimo quel film, mi sembrava tutto sbagliato, pensavo sarebbe stato un flop…».
L’attore ha poi spiegato come in un primo momento si sia rifiutato di incassare l’assegno spedito dal regista:
«Mel Gibson mi mandò una lettera con del denaro; ma mi fece impressione che sulla busta ci fosse l’effigie del Cristo. A lungo mi rifiutai di incassare l’assegno; mi arresi quando si ruppe la Smart e dovetti cambiarla».
La Passione di Cristo: Resurrezione è atteso sui grandi schermi per il 18 aprile 2025, data non casuale dal momento che cade proprio il Venerdì Santo.
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Foto: Andreas Rentz / Steve Granitz / Getty Images
Fonte: Corriere della Sera
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