Mi fanno male i capelli, Alba Rohrwacher racconta la sua Monica Vitti: «Un'attrice intensa e sublime, è entrata nei miei sogni»
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Mi fanno male i capelli, Alba Rohrwacher racconta la sua Monica Vitti: «Un’attrice intensa e sublime, è entrata nei miei sogni»

Il film di Roberta Torre con Alba Rohrwacher e Filippo Timi, dedicato alla figura dell'iconica interprete, è nelle sale dal 20 ottobre distribuito da I Wonder Pictures

Mi fanno male i capelli, Alba Rohrwacher racconta la sua Monica Vitti: «Un’attrice intensa e sublime, è entrata nei miei sogni»

Il film di Roberta Torre con Alba Rohrwacher e Filippo Timi, dedicato alla figura dell'iconica interprete, è nelle sale dal 20 ottobre distribuito da I Wonder Pictures

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Una bella signora bionda sulla spiaggia, orme, onde; lei che raccoglie qualcosa dalla sabbia. Poi si avvicina a un ragazzo e gli dice di essersi perduta. Monica sta perdendo la memoria e la sua vita si strappa. È la sindrome di Korsakoff, dice il medico. È irreversibile. Poi, l’inaspettato: la donna trova il modo di ridare senso alle cose prendendo in prestito i ricordi di un’altra Monica, che ha sempre ammirato: Monica Vitti, che la accompagna con tenerezza nelle vite che lei si ricostruisce attraverso film come La notte, L’eclisse, Deserto rosso, Teresa la ladra, Amore mio aiutami, Polvere di stelle.

Antonioni, Michele Placido, Alberto Sordi, con il quale lei dialoga attraverso uno specchio, abiti, cappelli, sentimenti, sperdimenti. Si veste come lei, la imita, rivive le scene dei suoi film, si identifica nei suoi personaggi fino a confondere il cinema con la realtà. Suo marito Edoardo, che la ama profondamente, lascia che questo gioco diventi la loro nuova vita.

È la storia di Mi fanno male i capelli, il nuovo film di Roberta Torre, con Alba Rohrwacher e Filippo Timi, in Concorso alla Festa del Cinema di Roma 2023 e omaggio a Monica Vitti e alla forza, eversiva, del sogno: se Monica volteggia tra ricordi e illusioni, Edoardo, dolente, cerca disperatamente di trattenerla nel nostro mondo.

Le musiche originali della pellicola sono state realizzate da Shigeru Umebayashi, celebre per aver scritto le musiche dei film di Wong Kar-wai, tra cui il celebre In The Mood For Love, che del lavoro su Mi fanno male i capelli ha dichiarato: «Lavorare a questo film è stato esaltante, perché è stato come lavorare con Roberta Torre e Michelangelo Antonioni insieme». Il Festa di Roma, proprio ieri, ha celebrato ieri Shigeru Umebayashi con un Premio alla Carriera e una masterclass.

Il film di Torre è invece nelle sale cinematografiche da oggi, venerdì 20 ottobre, distribuito da I Wonder Picture e Unipol Biografilm Collection (si tratta di una produzione Stemal Entertainment con Rai Cinema, ed è prodotto da Donatella Palermo).

«Monica Vitti era un’artista intensa e sublime che ha nutrito la mia formazione e il mio immaginario – ci ha raccontato Alba Rohrwacher presentando il film a Roma -. Il lavoro con Roberta, immaginare un dialogo con lei, è stata una cosa che ha permesso a Monica Vitti di entrare nel mio inconscio, è entrata nei miei sogni. Cercavamo qualcosa che non fosse una rappresentazione, ma uno spostamento autentico, e abbiamo ricercato e inseguito quest’autenticità». 

«I costumi del film realizzati da Massimo Cantini Parrini sono ispirati a veri abiti indossati da Monica Vitti per i suoi film – prosegue l’attrice -. Al film ha lavorato una sartoria che aveva lavorato anche ad altri suoi film. Gabriele, il sarto allora ragazzino che aiutava la vestizione di Monica Vitti, ci ha detto che nella stanza accanto, in un manichino e ormai usurato dal tempo, c’era un costume originale di Monica Vitti dal film Polvere di stelle. Disse che nessuno aveva mai provato l’abito, ma che avevo l’esilità giusta per indossarlo. A ogni bottone che calzava alla perfezione era come una rilevazione, come indossare la scarpetta di Cenerentola. Era come se Monica stessa ci stesse dicendo: “Osate, con rispetto e dolcezza, andate avanti”».

«Questo è principalmente un film sulla memoria, ci lavoro da tanti anni, lo era anche il mio ultimo film Le favolose – dice invece la regista Roberta Torre -. La storia di Johnny Rotten, ex Sex Pistols che si era occupato a lungo della moglie malata Nora Forster (morta nell’aprile 2023 dopo una lunga malattia, ndr) diceva che non gli importava nulla se non che lei si ricordasse di lui. Leggendo le memorie di Monica Vitti ho trovato tante riflessioni sulla memoria, anche in anno giovanili: diceva che i fatti la aspettavano sempre alla fine del viaggio, anche se lei preferiva lavorare più sulle emozioni. La memoria per un’attrice è anche un baluardo, il cinema è materia di memoria, è totalmente la materia della memoria per eccellenza. Col cinema possiamo fare a pezzi la memoria e ricomporla ogni volta in maniera diversa. Il film è stato concepito molti anni prima che lei morisse, ci lavoro dal 2018. Solo dopo aver scritto la sceneggiatura, che è una sceneggiatura di ferro per il modo in cui è stata trasposta fedelmente, ho iniziato a lavorare col repertorio e a scegliere i film che interagiscono con le battute del film. L’improvvisazione si può fare non solo con le battute ma anche con certi spunti di interazione corporea». 

Riguardo il suo primo “incontro” da cinéfila con la Vitti, Rohrwacher rammenta: «Ricordo una proiezione speciale de La notte di Michelangelo Antonioni al Centro Sperimentale alle 8.30 di mattina, fu una folgorazione anche perché era la prima volta che vedevo un film di Monica Vitti al cinema. Vederlo al cinema, in pellicola, mi toccò profondamente e lei emergeva», mentre Filippo Temi aggiunge: «Il mio primo incontro con lei è stato Polvere di stelle. Faceva ridere e piangere allo stesso tempo, un po’ come Anna Magnani».  

«Faccio l’attrice, mi piace fare l’attrice, non considero la regia – conclude Rohrwacher a chi gli chiede se ha valutato, o in ogni caso pensa prima o poi, di passare dietro la macchina da presa, come negli ultimi tempi hanno fatto svariati attori italiani, quali Micaela Ramazzotti, Claudio Bisio, Kasia Smutniak e Paola Cortellesi, alla Festa rispettivamente con i loro esordi Mur e C’è ancora domani -. Mi piace che siano gli altri a farmi atterrare sul loro pianeta, in questo caso il pianeta Torre».

Foto: Stemal Entertainment con Rai Cinema/I Wonder Pictures

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