Nel 1990 Katy Bates ha scritto una nuova pagina di Storia del Cinema, interpretando una delle più iconiche villain al femminile mai apparse sul grande schermo, ovvero Annie Wilkes in Misery non deve morire di Rob Reiner, tratto dal bestseller Misery del maestro Stephen King. Per questa interpretazione, l’attrice, all’epoca sconosciuta al grande pubblico, vincerà il Golden Globe e quindi l’Oscar come Migliore Attrice non protagonista. E per molte ragioni, si trattava di un fatto senza precedenti. Anzitutto perché il genere Horror era ancora considerato un genere di serie B e veniva difficilmente considerato agli Academy Award o nei grandi Festival internazionali. Secondo, perché Katy Bates rappresentava una fisicità e un’immagine di donna lontanissima dagli standard e gli stereotipi di una star di Hollywood.
Benché l’etichetta della body positivity abbia iniziato a un certo punto a starle stretta, Katy Bates ha rappresentato certo una figura rivoluzionaria per le donne nel cinema e lo spettacolo americani. E oggi, ha approfittato del palcoscenico degli Emmy Award 2024 per rivelare scherzosamente le bizzarre conseguente e il lato oscuro dell’improvvisa fama derivata da Misery non deve morire. L’attrice è infatti apparsa sul palco per consegnare il premio di Best Villain al fianco di due illustri colleghi: Antony Starr, alias Patriota (Homelander) di The Boys e Giancarlo Esposito, interprete di tanti cattivi leggendari, come Gus Fring nelle serie di culto Breaking Bad e Better Call Saul, e ora attesissimo come Sidewinder nel nuovo cinecomic Marvel Captain America: Brave New World.
Prima di consegnare il premio a Jessica Gunning per la serie Netflix Baby Reindeer, il magnifico trio ha deliziato il pubblico con una serie di battute e piccoli aneddoti che hanno scatenato l’ilarità generale. E se Giancarlo Esposito ha raccontato di essere stato avvicinato dopo Breaking Bad da diversi loschi soggetti in cerca del giusto consiglio per imporsi nell’ambito dello spaccio di droga, Katy Bates ha chiesto ironicamente: «Avete idea di quanto sia stato difficile ottenere un appuntamento galante dopo Misery?». A quanto pare, la fama ha sempre un prezzo, soprattutto se deriva dall’interpretazione di una ex infermiera psicopatica, ossessionata da uno scrittore al punto da sequestrarlo e spezzargli entrambe le gambe con un martello pur di potersi prendere cura di lui!
Battute sulla sua vita sentimentale a parte, la star settantaseienne aveva recentemente annunciato il suo ritiro dalla scene. Il suo ultimo lavoro sarà rappresentato dal reboot della serie Matlock, dove interpreta l’avvocatessa protagonista. Ma certo la sua Annie Wilkes in Misery non deve morire resterà per sempre una delle migliori villain mai viste sul grande o il piccolo schermo.
E voi cosa ne pensate? Qual è per voi il più grande cattivo o cattiva della Storia del Cinema e dell’Audiovisivo in genere? Diteci la vostra, come sempre, nei commenti.
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