La serie Netflix sul caso dei fratelli Menendez, Monsters, ha sollevato molte domande negli spettatori ma, nelle ultime ore, è una in particolare ad aver destato curiosità, e riguarda una scena esplicita in cui nulla viene lasciato all’immaginazione.
La sequenza in questione, ambientata nella doccia di una prigione, mostra due personaggi, Tony ed Erik, in un momento particolarmente intimo. Uno degli attori, Cooper Koch, appare completamente nudo, e gli spettatori si sono subito domandati quanto della scena fosse autentico e quanto, invece, frutto di un trucco cinematografico. Tra gli utenti intervenuti sui social, c’è chi ha espresso la propria sopresa: «Sono rimasto a bocca aperta per la scena della doccia di Cooper Koch», e chi è andato dritto al punto: «Hanno usato una protesi nella scena della doccia?».
In molti prodotti audiovisivi, infatti, le scene di nudo vengono girate in modo da nascondere strategicamente le parti intime degli attori, utilizzando oggetti di scena o particolari angolazioni della telecamera. Tuttavia, in questo caso, sembra che la produzione abbia deciso di non adottare questi accorgimenti, lasciando agli spettatori la sensazione di essere stati esposti a qualcosa di autentico. La discussione, che si è diffusa rapidamente sulle piattaforme social, ha visto alcuni spettatori addirittura complimentarsi con i progressi tecnologici nel campo delle protesi, con un utente che ha commentato: «Le protesi sono migliorate tantissimo, non si nota la differenza».
Lo stesso Cooper Koch ha affrontato l’argomento in un’intervista con The Queer Review, dove ha spiegato che, pur avendo inizialmente alcune riserve, soprattutto per le preoccupazioni di sua madre, alla fine si è sentito del tutto a suo agio durante le riprese. «Non è stata una nudità sessualizzata – ha chiarito l’attore -. Faceva parte della storia, non era un’esposizione gratuita». Koch ha anche rivelato di non essere nuovo a scene di nudo, avendo già recitato nudo sia in teatro che in altre performance artistiche, e ha sottolineato che queste esperienze sono sempre state gestite con rispetto e grande sensibilità artistica.
Oltre alle reazioni alla scena esplicita, Monsters: The Lyle and Erik Menendez Story ha suscitato numerose conversazioni sui social network. La serie racconta la drammatica vicenda dei fratelli Menendez, che nel 1996 furono condannati per l’omicidio dei loro genitori, avvenuto sette anni prima. Lyle e Erik Menendez hanno confessato di aver ucciso la madre Kitty e il padre José, ma hanno sempre sostenuto di essere stati spinti a farlo dopo anni di abusi sessuali, emotivi e fisici subiti dai genitori.
Lo show di Ryan Murphy ha gettato nuova luce sul caso e ha riaperto il dibattito pubblico su quanto accaduto, soprattutto dopo che Erik Menendez ha criticato pubblicamente il modo in cui lui e suo fratello sono stati rappresentati. Dopo l’uscita di Monsters su Netflix, infatti, l’uomo ha dichiarato che la serie ha perpetuato falsità e rappresentazioni errate, accusando il creatore, Ryan Murphy, di non aver trattato la vicenda con accuratezza. «Non riesco a credere che Ryan Murphy possa mostrare tanta igenuità e inaccuratezza verso i fatti della nostra vita», ha affermato Erik, aggiungendo che il modo in cui la serie ha ritratto lui e suo fratello è “disonesto”.
Nonostante le polemiche, Monsters: The Lyle and Erik Menendez Story è diventata rapidamente una delle serie più discusse su Netflix, soprattutto grazie alla combinazione di crudo realismo, temi scottanti e momenti altamente provocatori. Il successo della serie ha preparato il terreno per l’uscita imminente di un nuovo documentario su Netflix, The Menendez Brothers, che ha debuttato oggi il 7 ottobre 2024 sulla piattaforma.
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Fonte: Unilad
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