Motovun, un festival d';"atmosfera"
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Motovun, un festival d’;”atmosfera”

La manifestazione croata si distingue grazie a violinisti, gadgets e preservativi

Motovun, un festival d’;”atmosfera”

La manifestazione croata si distingue grazie a violinisti, gadgets e preservativi

La decima edizione del Motovun Film Festival è iniziata ieri e subito si rimane stupiti di fronte a questa manifestazione: perché la guerriglia tra i vari festival internazionali qui viene vinta puntando sulla magia dell’atmosfera, sui violinisti dei Virtuosos of Yakutia che suonano davanti ai portoni prima che i film abbiano inizio, sui pianisti sotto lo schermo che accompagnano i restauri dei classici del muto sovietico, sull’alloggio eclettico (interi appartamenti su più piani con terrazze e camere con vista mozzafiato), sui gadgets a disposizione per il pubblico che faticheresti a trovare alla Croisette o lungo il Lido. Un esempio? Cappellini a triangolo, tickets per la birra, tickets per la vodka, una scheda SIM per ogni guest – forse per far pubblicità alla VIP, la compagnia telefonica mobile croata – e soprattutto (roba da non crederci, nel contesto facilmente scandalizzabile dei festival italiani) una confezione di preservativi a testa, disponibili in capienti vasche posizionate negli uffici stampa, accanto alle sale cinematografiche aperte dalle 8 del mattino alle 4 di notte, e in tutti i punti strategici del festival, incluso nelle piazze con antiche chiese e sagrato e schermo all’aperto. Il pubblico, numerosissimo, ride e ringrazia, ed è in effetti per di più molto giovane: una sorta di incontro fra Woodstock, la cinequalità di Locarno o del Sundance Film Festival, e il viavai allegro di Glastonbury o della Festa del Cinema di Roma. «Siamo piccoli in tutto», annuncia il direttore Igor Mirkovic, «eccetto per la nostra ambizione e per la qualità della selezione e dell’evento».
C’è da credergli. Qui sono stati scoperti Stephen Daldry col suo Billy Elliot (2000), Pawel Pawlikowski con Last Resort e Danis Tanovic con No Man’s Land (2001), Paul Greengrass con Bloody Sunday (2002), Paul Thomas Anderson (il regista de Il petroliere) con Punch-Drunk Love (2003), e ancora il Ken Loach più eclettico di Un bacio appassionato e il genialmente anomalo Lars Von Trier de Le cinque variazioni (2004). A chi toccherà quest’;anno?

Ga.Ba.

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