Non accenna a placarsi il caso attorno a It Ends With Us, film diretto e interpretato da Justin Baldoni e incentrato sulla violenza di genere, che tuttavia ha preso una piega quasi surreale quando la star protagonista Blake Lively ha denunciato proprio il regista e attore per molestie sessuali. Da quel momento, i legali di Baldoni hanno iniziato a ribattere con accuse di vario tipo, come le ultime dichiarazioni che tirano in ballo persino Deadpool.
L’avvocato Bryan Freedman ha infatti puntato di nuovo il dito contro Ryan Reynolds, attore e marito di Blake Lively, che avrebbe preso in giro Justin Baldoni in una scena di Deadpool & Wolverine, nello specifico quella in cui compare Nicepool, la versione super gentile del Mercenario Chiacchierone. Molti hanno speculato sul fatto che dietro a quella variante ci fosse proprio un’imitazione dell’attore e regista.
«Se sua moglie fosse molestata sessualmente, non avrebbe preso in giro Justin Baldoni in quel modo – ha dichiarato al The Megyn Kelly Show – Non c’è dubbio che sia legato a Justin. Chiunque abbia visto quella capigliatura lo ha capito. Se qualcuno fosse stato davvero sessualmente molestato, non ci scherzerebbe così. È un tema serio». In quello spezzone di film Marvel, Nicepool finiva la sua battuta dicendo di poter scherzare sulla condizione post-parto di Ladypool (interpretata proprio da Blake Lively) perché «Mi identifico come un femminista».
Una difesa sorprendente, da parte dei difensori dell’attore e regista di It Ends with Us. Non sono neppure le dichiarazioni più strane che provengono dalla sua parte, però. In un messaggio vocale fatto sentire nella stessa occasione, Baldoni riferisce di essere stato “spedito in cantina” da Blake Lively durante l’anteprima del film a New York. L’attrice a quanto pare non lo avrebbe voluto vicino; «In quella che avrebbe potuto essere una delle notti più belle della mia vita dal punto di vista della carriera, sono stato letteralmente mandato in cantina con tutti i miei amici e la mia famiglia per più di un’ora perché non mi era permesso di essere visto, lei non voleva che mi avvicinassi a lei o al resto del cast».
Baldoni, ricordiamo, è stato scaricato dalla sua agenzia WME e ora dovrà fronteggiare le accuse mosse dalla co-star del film, la quale sarebbe stata vittima di molestie durante le riprese: l’attore avrebbe improvvisato scene di baci o di rapporti sessuali al di fuori di quanto concordato nella sceneggiatura, oltre ad aver discusso ampiamente con lei i particolari della sua vita sessuale, che Lively non desiderava ascoltare. Le accuse riguardano anche il produttore James Heath: stando alla versione dell’attrice, i due sarebbero entrati più volte nella sua roulotte mentre si stava cambiando ed era senza vestiti. Inoltre le avrebbero parlato, senza il suo consenso, di rapporti sessuali avuti con altre donne e della loro dipendenza dalla pornografia. Infine, avrebbero messo in atto una «campagna di manipolazione» sui media e sui social network, allo scopo di «distruggere la sua reputazione», se lei avesse parlato pubblicamente dei loro comportamenti inappropriati durante le riprese.
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Fonte: Deadline
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