Netflix ha preso un’altra decisione controversa, cancellando una delle sue serie più promettenti dopo appena una stagione. Questa volta tocca a Territory, una serie australiana neo-western che cercava di emulare il successo di Yellowstone, ma che non ha avuto la possibilità di svilupparsi oltre il suo primo capitolo. Nonostante il buon riscontro della critica, con un punteggio dell’86% su Rotten Tomatoes, la serie non tornerà per una seconda stagione, lasciando insoddisfatti i fan che speravano in un seguito.
Territory è stata creata da Ben Davies e Timothy Lee, e vanta un cast di tutto rispetto, con Anna Torv, conosciuta per Mindhunter e The Last of Us, Michael Dorman (Daybreakers, Patriot), Robert Taylor (Focus, The Meg) e Sam Corlett (Chilling Adventures of Sabrina). La trama ruota attorno alla più grande stazione di bestiame del mondo, Marianne Station, situata nel cuore dell’Outback australiano. Quando la proprietà della stazione viene messa in discussione, i più potenti gruppi della regione, tra cui cowboy, minatori, proprietari terrieri e criminali, si preparano alla battaglia per il controllo del territorio. Una storia che mescola conflitti tra fazioni e temi di sopravvivenza, il tutto ambientato in un paesaggio mozzafiato.
La serie, pur trovando una sua nicchia di pubblico, ha avuto una risposta più tiepida da parte degli spettatori. Se da un lato la critica ha apprezzato le sue atmosfere da western moderno, con un cast ben assortito e una sceneggiatura che prometteva sviluppi interessanti, il pubblico ha mostrato segni di disaffezione, e la serie ha faticato a mantenere l’interesse nel lungo periodo. Sebbene Territory sia riuscita a entrare nella top 10 globale di Netflix con ben 87,1 milioni di ore di visione, non ha saputo rimanere al vertice per molto tempo, con una performance migliore in Australia e Nuova Zelanda.
Un altro elemento che ha pesato sulla cancellazione è stato il paragone costante con Yellowstone. La critica ha sottolineato che, sebbene Territory si ispirasse a temi simili, mancava della stessa profondità narrativa e carisma che hanno reso la serie con Kevin Costner un successo global. Allo stesso modo, molti spettatori l’hanno definita un “copia” poco riuscita del famoso show di Paramount.
La cancellazione arriva anche in un momento in cui i produttori sembravano essere ottimisti riguardo al futuro della serie. La trama della prima stagione si concludeva infatti con un cliffhanger che avrebbe dovuto aprire la strada a una seconda stagione, e i produttori avevano già messo in atto i preparativi per il rinnovo, con il cast pronto a tornare e la squadra di produzione che lavorava già a nuove storie. L’entusiasmo di tutto il team era palpabile, come confermato dalle dichiarazioni di Ben Davies, co-creatore e CEO di Ronde Media, e Rob Gibson, CEO di Easy Tiger, che hanno espresso il loro orgoglio per il progetto e per il lavoro svolto, nonostante la delusione per la decisione di Netflix.
Anche Netflix, tramite il direttore dei contenuti per l’Australia e la Nuova Zelanda, Que Min Luu, ha sottolineato l’importanza di aver portato Territory al pubblico globale, lodando il cast e la bellezza dell’ambientazione australiana. Tuttavia, nonostante i ringraziamenti per il lavoro svolto, l’annuncio di una seconda stagione non è mai arrivato, lasciando Territory con un destino simile a quello di altre serie Netflix che non sono riuscite a superare la barriera della prima stagione.
In definitiva, Territory è entrata nel lungo elenco di produzioni Netflix che non sono riuscite a sopravvivere oltre la loro stagione di debutto, nonostante un buon inizio. La decisione della piattaforma di interrompere la serie, soprattutto dopo averla promossa come una delle sue nuove scommesse, lascia aperta una riflessione sulle difficoltà di ottenere il rinnovo per produzioni che, pur avendo un buon impatto iniziale, non riescono a fidelizzare il pubblico nel lungo termine.
Fonte: Netflix
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