Al numero 1 tra le novità più viste sulla piattaforma Netflix troviamo a sopresa Code 8 – Parte II, film di fantascienza canadese ambientato in un futuro distopico, incentrato sui rischi costituiti dall’utilizzo della robotica e dell’intelligenza artificiale da parte delle forze di polizia, naturalmente nell’ottica dell’abuso di potere nonché dell’uso eccessivo della violenza.
Se non avete mai sentito nominare Code 8, si tratta in realtà di un cult movie per tutti gli appassionati di Sci-Fi. Nel 2016 il giovane filmmaker canadese Jeff Chan realizza un primo cortometraggio con lo stesso titolo, riuscendo poi nella titanica impresa di finanziare esclusivamente tramite crowdfunding un lungometraggio ad alto budget, sviluppandone trama e intreccio. La prima parte nel 2020 arriva così su Netflix e, complice il primo lockdown, conquista il pubblico di tutto il mondo. Ora, mentre la prima parte resta sempre disponibile sulla piattaforma streaming, arriva anche il nuovo sequel Code 8 – Parte II. E così, nell’immaginaria cittadina di Lincoln City, ritroviamo i due fuggitivi Connor Reed (Robbie Amell) e Garrett Kelton (Stephen Amell).
Premessa fondamentale della saga è infatti che in un prossimo futuro il 4% della popolazione possegga abilità speciali. Le cosiddette “Persone con poteri”, anche dette PWPs, si trovano spesso ad utilizzare le loro abilità per commettere crimini, e per questo devono registrarsi presso le autorità utilizzando proprio il Codice 8. Ma il cuore del film è costituito proprio da una riflessione sull’abuso della forza da parte della polizia corrotta, un tema che per il regista Jeff Chan è particolarmente importante, non nell’ottica di un fantomatico futuro ma pensando proprio alla realtà contemporanea.
Dopo il successo di Mea Culpa, thriller erotico che resta saldamente in testa alla classica nonostante una pioggia di recensioni fortemente negative, il pubblico di Netflix sembra così orientarsi verso un’opera radicalmente diversa, permeata di un’angoscia che parla al presente. Le “Persone con poteri” in Code 8 – Parte II rappresentano infatti tutti gli emarginati, le persone che vivono ai margini di una società sempre più spietata, dove la robotica e le nuove tecnologie sembrano aver soltanto acuito le disuguaglianze economiche e sociali.
Il futuro distopico diventa così la metafora del tempo presente, per un sequel decisamente riuscito, che sembra aver conquistato il pubblico italiano e internazionale.
Foto: Netflix
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