Da pochi giorni c’è una nuova serie al primo posto tra le più viste su Netflix. Si tratta di Ni una más, arriva dalla Spagna e ha per protagonista Nicole Wallace nei panni di Alma, una giovane studentessa la cui vita viene stravolta da un terribile evento.
La serie è basata sul romanzo omonimo di Miguel Sáz Carral e prende piede quando una 17enne, in procinto di finire le superiori, annoiata dalla scuola e in conflitto con i genitori, un giorno denuncia la presenza di uno stupratore all’interno della scuola. Lo viene a sapere da Berta, ex compagna di scuola che le racconta di essere stata adescata e violentata dal suo insegnante di storia, professore della stessa Alma.
La 17enne decide quindi di creare un profilo social fake dal nome @Iam_colemanmiller, con il quale denuncia gli abusi subiti dall’ex compagna di scuola. Ma quanto c’è di vero dietro alla storia di Ni una más? Di base, la serie e il romanzo non sono tratti da fatti realmente accaduti, ma ci sono diverse analogie con quanto accaduto a Daisy Coleman e Chanel Miller, i cui cognomi non a caso sono stati scelti per l’account fake che Alma apre su Instagram.
La loro vicenda è stata raccontata anche dal documentario Audrie & Daisy, disponibile sempre su Netflix: Daisy Coleman ha denunciato di essere stata violentata da un 17enne durante una festa, quando aveva solo 14 anni. Nel 2012 ha deciso di parlarne pubblicamente, ma il caso è stato successivamente archiviato. La ragazza ha poi fondato l’organizzazione no-profit SafeBae, per contrastare la violenza nelle scuole.
Chanel Miller, invece, ha dichiarato di aver subito violenza sessuale quando aveva 22 anni, nel 2015, durante la festa di una confraternita alla Stanford University. Il ragazzo, Brock Turner, è stato condannato a 6 mesi per aver cercato di abusare di lei in stato di incoscienza, ma dopo aver scontato metà pena gli è stata concessa la libertà vigilata. La storia di Miller è stata raccontata nell’autobiografia Know my Name.
Ni una más riecheggia quindi in questi due casi, ma già dal titolo è chiaro che l’intenzione è quella di parlare di un problema molto più grosso. “Non una di meno“, dopotutto, è un movimento femminista e transfemminista nato nel 2016 in Argentina che si batte contro ogni forma di violenza di genere e ha una sua rappresentanza anche in Italia.
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Foto: Netflix
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