Nicola Nocella: l’assurdo del mio mestiere d’attore – Parte 4
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Nicola Nocella: l’assurdo del mio mestiere d’attore – Parte 4

Nicola Nocella: l’assurdo del mio mestiere d’attore – Parte 4

Salve lettore, voglio fare un gioco con te. Se adesso ti trovi in questa situazione è solo colpa tua. Che hai comprato Best Movie. No, dai, non scherziamo, l’hai acchiappato in un multisala. Ma facciamo questo gioco. Legnano è un comune di 60mila (una più, una meno) anime a 20 km Nord Ovest di Milano. Immagina che a Legnano decidano di andare TUTTI a vedere lo stesso fi lm. L’ha visto uno e ha detto che è bellissimo, e come una freccia dall’arco scocca, tutti lo guardano e confermano: è davvero bellissimo. E ci vanno proprio tutti! Ora, con una media in sala, di biglietto, tra i 7 e gli 8 euro, solo a Legnano quel film incasserà all’incirca mezzo milione. E così, si è fatto un incasso che, per il cinema italiano, è praticamente un successo. Non serve muovere il Paese. Basta muovere un paese. Non servono centinaia di migliaia di follower su instagram. Però, mi chiedo, qui a Legnano si sta bene: perché dovrei uscire di casa stasera che piove? C’è pure la partita, fa freddo, non ho voglia, poi devo comprare i pop corn, e sto pure scomodo, e il tizio tre file dietro ha un serio problema con l’igiene personale, e quello quattro file avanti parla ad alta voce e poi, oh, altri pop corn vuoi? Per prendere Best Movie, certo, che al cinema di Legnano c’è.

Siamo al punto preciso della storia in cui, tra trailer, manifesti, clip sui social e ospitate in Tv, quando arrivi in sala, ti sembra davvero di averlo già visto, il film. Che se ne parli, e tanto! Non importa se poi, alla fine, il film non lo guarda nessuno. Parliamoci chiaro, restando nel gioco: io sono abbonato felice a Netflix, Sky, Amazon Prime e Pornhub. Per quale motivo dovrei, a questo punto, uscire di casa, visto che la penso anche io come quel signore lì di Legnano, che sta a casa e da lì può guardare tutto, ma proprio tutto, che anche lui c’ha Pornhub Premium? Questa non è una guerra contro lo streaming. Anzi. La colpa è mia, che non riesco a tirarti fuori da casa tua. Perché ormai, chi cura la comunicazione di un film, si preoccupa di essere visibile, di dar risalto a questo o quel personaggio, e mai di staccare il deretano di qualcuno da quel divano per portarlo in sala, in questa fredda serata legnanese.

Non so quanti film belli io abbia fatto. Ma quando ne facevo uno lo sapevo, e alla fine, la gente, quel film, lo andava a vedere. In sala. E allora è colpa di chi distribuisce e di chi promuove. Perché hanno smesso di volergli bene, ai film. Però siamo andati in Tv a parlarne, eh, mentre cucinavo un soufflè che si è pure sgonfiato, fuori dal forno, mentre parlavo delle mie ex, quelle stronze. Gli incassi giornalieri dei film sono dichiarati pubblicamente.

Da sempre. Basta cercarli in Rete. Ma non importano a nessuno, anzi, che non se ne parli, altrimenti poi come nascondere che quel film, con tutti quei finanziamenti pubblici, costato così tanto, e di cui così tanto, ma proprio tanto, se n’è parlato, non l’abbia visto nessuno? E come si fa? Si fa che io, attore, regista, che ho fatto quel film, devo essere il primo a volergli bene. Si fa che devo convincerti a uscire di casa stando lì, a Legnano, in quella sala, perché tu possa dirmi cosa ne pensi in faccia. Solo che, a quel punto, dovrei avere il coraggio di mettercela, la faccia. Io mica ce l’ho sempre avuto. Ma quando c’era, ho scavalcato tutti quelli che mi dicevano che non sarebbe servito, e sono andato in sala a vedere il film con il pubblico, a coglierne le reazioni.

In Il figlio più piccolo, c’è una scena in cui ho pianto come una vite mentre giravamo, la mia prima scena in assoluto girata nel fi lm, che io trovavo di una drammaticità incredibile. A Bologna, alla prima visione al pubblico, davanti a centinaia di persone, mi sono accorto di una cosa che poi ho visto succedere tutte le altre volte: la gente rideva! E si emozionava su scene che magari avevamo girato al volo a fine giornata per chiudere il programma. Se non vai in sala, se non parli col pubblico, come lo capisci? Non lo capisci. E no, che non ci vanno, a Legnano, a vedere il tuo film. E incasserai meno di 200 mila euro, ma parecchio meno, anche se da Fazio ne avevano parlato così bene. E invece bastava venire qui, a salutare il pubblico, in questo cinema di una periferia che avrebbe bisogno solo di qualcuno che gli voglia bene. Perché ogni volta che chiudono un cinema, da Cuneo a Otranto, c’è un innamorato dei film che vede scendere con la serranda la sua voglia di sogni. Vi aspetto in sala, qui, ovunque. Perché “dall’Alpi a Sicilia dovunque è Legnano”.

Brano ascoltato in loop mentre scrivevo: “You’re Gorgeous” – Babybird

Foto: © Medusa Film

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