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Nobody Wants This, quella della serie Netflix è davvero la relazione perfetta? Parliamone

Appena rinnovata ufficialmente per la seconda stagione, la rom-com viene definita da molti come l'esemplificazione di un amore non tossico... Ma è davvero così?

Nobody Wants This, quella della serie Netflix è davvero la relazione perfetta? Parliamone

Appena rinnovata ufficialmente per la seconda stagione, la rom-com viene definita da molti come l'esemplificazione di un amore non tossico... Ma è davvero così?

Nobody Wants This

L’annuncio del rinnovo ufficiale da parte di Netflix, benché altamente prevedibile, ha scatenato la gioia dei fan sul web… Parliamo naturalmente di una delle serie più gettonate del momento, Nobody Wants This, la rom-com con Adam Brody e Kristen Bell creata da Erin Foster ispirandosi alla vera storia d’amore con suo marito David. In seguito al successo esplosivo della prima stagione, molti siti anche autorevoli hanno iniziato a pubblicare articoli dai toni entusiastici, lodando il fatto che finalmente potessimo vedere sul piccolo schermo una romantic comedy di natura non tossica. Lo show è stato infatti comparato a recenti successi come One Day, Normal People o Fleabag, e certo da questo punto di vista l’interludio romantico si presenta decisamente meno tragico e più sano. Ma questo vale davvero per entrambi i personaggi, attraverso l’intero sviluppo del loro arco narrativo? Se avete già visto tutti gli episodi e non temete spoiler, proviamo a ragionarci…

Attezione! L’articolo contiene SPOILER sulla serie Nobody Wants This 

Anzitutto, la coppia formata dalle ex star di due teen drama di culto come Kristen Bell di Veronica Mars e Adam Brody di The O.C. è stata certo una scelta intelligente, e date le molteplici somiglianze caratteriali di Joanne e Noah con i loro vecchi iconici personaggi il successo era praticamente assicurato. In più, tra i due attori c’è una complicità e una chimica che ha certo molto aiutato lo show in termini di credibilità. La verosimiglianza e il realismo, in compenso, non possono certo dirsi il tratto fondamentale del nuovo successo Netflix, forse più vicino alle forzature romanzesche di altre serie come Emily in Paris di quanto gli autori siano disposti ad ammettere. Conservare la magia di una rom-com ma aggiornarla a toni più vicini alla vita quotidiana degli spettatori è però certamente un equilibrio che Nobody Wants This è riuscito a centrare. E nell’era dove le relazioni sentimentali si discutono essenzialmente in termini di ghosting, orbiting, breadcrumbing o situationship, le dinamiche espresse dagli episodi sono innegabilmente più sane, per non dire educative.

Molti punti della storia tra Joanne e Noah rappresentano infatti un esempio oltremodo positivo. I due protagonisti parlano, non si fermano mai alla prima difficoltà, affrontano i problemi e fino all’ultimo episodio sembrano sempre capaci di trovare un punto d’incontro. Benché circondati da amici e familiari invadenti e pettegoli, pronti a fare di tutto per separarli, sembrano straordinariamente capaci di comunicare. Soprattutto il giovane rabbino interpretato da Adam Brody si rivela quasi troppo bello per essere vero: un uomo che non fugge, emotivamente disponibile nonostante una recente rottura, senza atteggiamenti manipolatori o passivo-aggressivi, pronto perfino a zittire sua madre per difendere la sua nuova ragazza. L’idea centrale della serie è che l’unico vero ostacolo a frapporsi fra gli innamorati sia il fatto che lei non sia ebrea e che dovrebbe eventualmente convertirsi perché la storia abbia un futuro. Ma è proprio su questo punto che negli ultimi episodi la dinamica si rivela sempre meno idilliaca.

Il personaggio di Joanne, inizialmente, sembra quello più pronto a modificare la propria esistenza per far funzionare la relazione. I primi dubbi su Noah sorgeranno infatti quando prima la trascina per il weeke-end al campeggio dove deve sostituire il rabbino capo e poi tenta di nasconderla perché non è pronto a rivelare la verità al suo capo. Ma superato questo primo momento di impasse, sarà lei a rivelarsi più superficiale, calcolatrice e manipolatoria del previsto. Quando Joanne afferma che deve piacere sempre a tutti e inizia a studiare ogni sua singola mossa per conquistare le moglie degli amici e la famiglia di Noah, per quanto sia divertente nei termini di una sit-com, non mostra certo una mentalità sana e meno che mai edificante. Per non parlare di quanto introduce furtivamente in casa di lui madre e sorella per frugare fra gli oggetti lasciati dall’ex. Ma soprattutto, la superficialità e la leggerezza con le quali Joanne propone prima di convertirsi all’ebraismo e poi ritratta tutto nell’episodio finale, ponendo essenzialmente il fidanzato di fronte alla scelta di abbandonare lo scopo della sua vita, quanto ha letteralmente di più sacro pur di stare con lei, non sembra esattamente un esempio di maturità né spessore.

Sarà proprio il personaggio interpretato da Adam Brody a risultare perfino irrealistico nel comprendere sempre e comunque le ragioni di una ragazza incontrata da poche settimane, mentre lei episodio dopo episodio si allontana sempre di più da comportamenti che potremmo definire al 100% non tossici. E non a caso, i passaggi narrativi più amati dai fan vedono sempre Noah come la forza trainante della relazione, ad esempio quando le dice che nessuno è too much, nessuno è troppo da gestire quando da parte dell’altra persona c’è amore. Un discorso di vera, autentica apertura e accettazione dell’altro che – considerate le dinamiche che caratterizzano gli incontri romantici e forse le relazioni umane in genere dalla Generazione X ai Millennial e la Generazione Z – ha fatto sognare milioni di spettatori e spettatrici di tutto il mondo.

E voi cosa ne pensate? Credete che nella seconda stagione di Nobody Wants This possa esserci una evoluzione positiva e perfino un lieto fine vagamente realistico? Fateci conoscere e vostre opinioni, come sempre, nei commenti.

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