Quando Stephen King consiglia un film horror, vale sempre la pena ascoltarlo: con oltre 65 romanzi pubblicati, molti dei quali diventati film e serie di culto, il maestro dell’orrore sa riconoscere una storia capace di inquietare davvero. E questa volta il suo entusiasmo è rivolto a un thriller psicologico che, pur essendo passato inosservato al grande pubblico, ha lasciato un’impronta indelebile tra chi lo ha visto: The Clovehitch Killer.
Disponibile su Netflix, si tratta di un film del 2018 diretto da Duncan Skiles che esplora il lato oscuro della vita suburbana americana, con un’atmosfera tesa e disturbante che cresce minuto dopo minuto. King lo ha definito “eccellente” e “carico di una suspense insostenibile”, sottolineando come sia uno di quei piccoli film “caduti nel dimenticatoio” nonostante il loro valore. Sul suo profilo X, ha scritto testuali parole: «A volte un film eccellente scivola tra le crepe. È il caso di The Clovehitch Killer. L’ho trovato insostenibilmente teso. Attenzione: non è per i deboli di cuore».
La trama ruota attorno a Tyler Burnside, un adolescente interpretato da Charlie Plummer, che vive in una cittadina tranquilla con la sua devota famiglia cristiana. Tutto cambia quando trova una serie di foto raccapriccianti tra gli oggetti personali del padre, Don (interpretato da Dylan McDermott). L’indizio lo porta a sospettare che l’uomo che ha sempre considerato un modello possa essere il responsabile di una serie di omicidi irrisolti: tredici ragazze brutalmente uccise dieci anni prima da un serial killer noto come “Clovehitch”. Ma può suo padre davvero essere un assassino? O è solo la sua mente a giocargli brutti scherzi?
Il film prende ispirazione dalla vera storia di Dennis Rader, meglio conosciuto come il BTK Killer (acronimo di Bind, Torture, Kill), uno dei serial killer più famigerati degli Stati Uniti. Rader ha condotto per anni una doppia vita: padre e marito amorevole da un lato, spietato assassino dall’altro. Proprio questa inquietante dualità viene esplorata nel film, che costruisce la tensione in modo sottile ma costante, senza mai cedere al gore o ai facili jump scare.
La critica ha riconosciuto il valore dell’opera, premiandola con un solido 79% su Rotten Tomatoes. Rick Bentley del Tribune News Service ha lodato la capacità del film di instillare paura attraverso l’atmosfera e i silenzi, scrivendo: «Crea terrore con momenti inquietanti e sfrutta il bisogno umano di sentirsi al sicuro in famiglia». Frank Swietek di One Guy’s Opinion ha sottolineato l’efficacia del ritmo lento e dell’approccio misurato, che contribuiscono a generare “brividi autentici”, grazie anche alle ottime interpretazioni degli attori principali.
Se siete alla ricerca di un thriller psicologico che scava nel cuore del male nascosto dietro le apparenze e che riesce a turbare senza mostrare troppo, The Clovehitch Killer è il film giusto. Ma, come avverte Stephen King, ricordate che non è per i deboli di cuore!
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