Jessica sadicamente sculacciata. Jessica presa a pugni. Jessica picchiata a sangue. Accade in The Killer Inside Me, romanzo di Jim Thompson portato sullo schermo da Michael Winterbottom. Storia estrema e violenta, «la più agghiacciante e credibile vicenda di una mente criminale raccontata in prima persona» come la definì Stanley Kubrick, che forse noi non vedremo mai ma che ha già fatto discutere per la sua inutile e immotivata giostra di violenza, maschilismo e sadomasochismo. Aspramente criticato al Sundance, dove la Alba è stata costretta ad andarsene per i fischi e i troppi commenti negativi, il film, che racconta le vicende di Lou Ford (Casey Affleck), insospettabile sceriffo che in realtà si diverte a picchiare le sue partner (tra cui Kate Hudson) e nasconde dentro di sé uno spietato omicida schizoide (il killer inside del titolo), è stato mal-accolto anche a Berlino. «Ho cercato di rimanere fedele al libro» si è difeso Winterbottom. Forse l’unica occasione in cui un adattamento più soft sarebbe stato altamente gradito.

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Jessica Alba e Casey Affleck in una scena di The Killer Inside Me