Che siate cultori dell’Horror contemporaneo o grandi estimatori del Cinema delle origini e i suoi maestri, è probabile che siate comunque in trepidante attesa dello stesso film: il remake di Nosferatu firmato Robert Eggers. Il cineasta di The Witch, The Lighthouse e The Northman ha scelto infatti di cimentarsi con il secondo rifacimento di una tra le opere più importanti e influenti dell’Era del Muto, nonché della Storia del Cinema in genere: Nosferatu il Vampiro di a Friedrich Wilhelm Murnau, proiettato per la prima volta nel lontano 1922.
L’aura del film resta a tutt’oggi intessuta delle più svariate leggende: sequestrato e distrutto in ogni sua copia dopo la causa per plagio intentata dalla vedova di Bram Stoker, l’autore di Dracula, sarebbe sopravvissuto e giunto ai giorni nostri solo grazie ad una unica pellicola, trafugata e trasportata clandestinamente dallo stesso Murnau durante la sua traversata verso l’America. Per non parlare del protagonista, il misterioso Max Schreck, creduto da molti un autentico vampiro. Il prode Willem Dafoe aveva già vestito i panni dell’attore tedesco proprio ne L’Ombra del Vampiro, film del 2000 incentrato su quest’ultima leggenda. E per quanto riguarda la sua nuova prova sul set nella parte del Professor Albin Eberhart Von Franz, lo stesso Robert Eggers ha scelto di chiarire una nuova leggenda metropolitana, rivelando l’aneddoto più raccapricciante che hanno vissuto insieme sul set.
Attenzione! L’articolo contiene uno spoiler su una sequenza di Nosferatu di Robert Eggers
L’intenzione di Robert Eggers per il suo Nosferatu (qui il trailer ufficiake) era al tempo stesso rispettare e reinterpretare in chiave contemporanea questo grande capolavoro, fondato su invenzioni e soluzioni registiche assolutamente inedite e rivoluzionarie per gli anni ’20 del ‘900. Ma anche per quanto riguarda l’atteso horror con Willem Dafoe, Bill Skarsgård, Lily Rose-Depp e Nicolas Hoult, in arrivo nei nostri cinema a capodanno, il 1° gennaio 2025, erano iniziati a circolare rumors e strane storie, tra le quali la folle richiesta del regista di portare sul set duemila ratti. A quanto pare, infatti, per reinterpretare e re-inscenare una celebre sequenza di questo immortale classico, il cineasta ha deciso di optare per il più stringente realismo. E sì, oggi conferma che non solo c’erano dei topi in carne e ossa, ma che la cifra di due migliaia rappresenta meno della metà delle bestiole effettivamente presenti.
«C’erano cinquemila veri topi in quella sequenza, per di più tutti ben addestrati. Per questo, se li vedete in primo piano si tratta di ratti veri, mentre quando diventano più sottili sullo sfondo si tratta di una rielaborazione in CGI. Io non ero a conoscenza del fatto che tutti i ratti soffrano di incontinenza. Perciò vi assicuro che l’odore sul set era pura follia» ha dichiarato Robert Eggers. L’intera produzione del film, ambientato in Germania nella seconda metà dell’800, si è per altro concentrata su un meticoloso processo di ricerca e ricostruzione storica. Ad esempio, utilizzando come in Barry Lindon di Stanley Kubrick la luce delle candele come sola illuminazione naturale, ma soprattutto ricostruendo attentamente sessanta differenti location in accordo agli standard dell’epoca.
E ora, siete ancora più curiosi di vedere il nuovo Nosferatu? Credete potrà reggere il confronto con il primo remake del classico di Murnau: il cult movie firmato nel 1991 da Werner Herzog? Raccontateci le vostre opinioni e le vostre aspettative, come sempre, nei commenti.
Fonte: Deadline
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