L’oceano ci chiama ancora. È tempo di salpare nuovamente con Vaiana, l’eroina polinesiana protagonista di uno dei film d’animazione Disney più apprezzati degli ultimi anni. Dopo i risultati discreti al box office nel 2016, Oceania, in maniera totalmente imprevedibile, è diventato un successo strabiliante grazie allo streaming: nel 2023 è stato il film più visto in assoluto non soltanto su Disney+, ma trasversalmente a tutte le piattaforme streaming esistenti. Inevitabile quindi l’arrivo di Oceania 2, un progetto che ha avuto però una genesi piuttosto curiosa.
Pensato inizialmente come serie Tv per lo streamer Disney, è stato convertito in vero e proprio sequel soltanto un annetto fa, quando la produzione si è resa conto di avere tra le mani una storia che meritava il grande schermo. «Fortunatamente questo passaggio è avvenuto prima che entrassimo nella fase di animazione – ci ha raccontato Jared Bush, sceneggiatore e produttore esecutivo di Oceania 2, nonché nuovo Chief Creative Officer dei Walt Disney Animation Studios -. La storia di Vaiana e il suo viaggio sono rimasti gli stessi, ma abbiamo dovuto apportare diverse modifiche. La transizione da serie a lungometraggio ci ha permesso sicuramente di pensare in grande e realizzare scene ancora più epiche, come la tempesta che occupa tutto il terzo atto. Un aspetto a cui invece purtroppo abbiamo dovuto rinunciare è stato approfondire i membri della crew di Vaiana, che nella serie avevano ognuno un episodio dedicato. Qui è stato necessario rimettere la protagonista al centro e concentrarsi sul suo percorso, anche se Moni, Kele e Loto hanno comunque il loro arco narrativo».
Il cuore della vicenda è dunque di nuovo Vaiana, che a distanza di tre anni è diventata la leader dell’isola di Motunui e deve affrontare nuove sfide e nuove responsabilità. Se prima era concentrata soltanto sul richiamo del mare, adesso un conflitto interiore la trattiene sulla terraferma e la spinge a mettersi in discussione: «Una frase importante nel film recita: “Non smetti mai di scegliere chi sei”. Ma allo stesso tempo, a volte per scoprirlo devi accettare di perderti lungo la strada. Vaiana scopre che, nell’atto di perdersi, può trovare nuovi lati di sé stessa che non conosceva».
Se il primo capitolo era diretto da due rinomate leggende – Ron Clements e John Musker, autori di classici amatissimi come La sirenetta, Aladdin e Hercules -, Oceania 2 è figlio di una Disney “nuova”, con un terzetto di registi alle prime armi, due compositrici giovanissime alla colonna sonora e un team di animatori del tutto nuovo, localizzato nella sede distaccata dei Walt Disney Animation Studios a Vancouver. «Abbiamo alle spalle cento anni di storytelling, quindi ogni volta che facciamo un nuovo film ci sono molte aspettative: non soltanto da parte del pubblico, ma anche da parte nostra, nei confronti della nostra eredità e dell’eccellenza che dobbiamo dimostrare – ha spiegato Bush -. Anche quando Walt Disney era ancora a capo dello studio, c’era sempre questa idea di spingersi oltre i limiti. Perciò si potrebbe dire che la nostra eredità sia proprio quella di guardare al futuro. E questo si riflette anche in Oceania 2: Vaiana si spinge più lontano di quanto abbia mai fatto, e come lei, anche noi ci siamo avventurati in acque inesplorate».
E a proposito di futuro, la scena finale di Oceania 2 lascia intendere che ci siano altre storie in cantiere con la coraggiosa navigatrice. Sarà proprio così? «Beh, Vaiana sicuramente non smetterà mai di viaggiare e di incontrare nuove persone – ha risposto Bush -. Non so ancora cosa ci riserverà il futuro, ma personalmente mi piacerebbe molto poter tornare sulla sua barca. Penso che sia una protagonista unica: è compassionevole ed empatica, ma è anche determinata e senza paura, un’eroina come non le abbiamo mai viste nei film Disney. Per tutti noi, continuare la sua storia sarebbe meraviglioso».
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