Nella storia del cinema sud-coreano, un posto d’onore lo occupa di diritto Oldboy di Park Chan-wook, thriller neo-noir che nel 2003 ha entusiasmato il pubblico di tutto il mondo. In particolare, quel cult è ricordato non solo per il suo sconvolgente finale ma anche per una scena diventata iconica: quella del corridoio.
In quella scena, Oh Dae-su affronta un numero impressionante di scagnozzi, mettendoli al tappeto uno dopo l’altro. Un piano sequenza che mescola insieme azione, ma anche qualche sprazzo di ironia per la maniera in cui il tutto è stato coreografato. Lo stesso regista, durante un’intervista con Inverse, è tornato proprio su quel momento, svelando quale sia il vero significato della scena.
«Il punto che volevo esprimere è che quei nemici non erano persone importanti – ha detto – Non è una scena in cui il protagonista combatte con il cattivo principale. Sono uomini ingaggiati da un uomo che a sua volta è stato ingaggiato dal villain. Non compariranno di nuovo e tutti loro sono personaggi senza nome. Si può quasi vederli come degli esseri astratti».
Quindi, ha aggiunto: «Essere circondato da queste persone e combattere con loro per quella che sembra un’eternità, mi è sembrato che fosse letteralmente una metafora della vita di un uomo». Per Park Chan-wook, quella scena è la materializzazione dei conflitti interni che ci minacciano, della fatica e della solitudine che possono derivarne: «Se guardiamo la vita da una certa distanza, come nella scena del corridoio, c’è tragedia, ma anche commedia. C’è questa intensa lotta, ma anche i momenti ironici e comici nascosti nelle nostre vite».
Nel corso dell’intervista, realizzata per festeggiare i 20 anni dall’uscita del film, il regista sud-coreano ha parlato anche del remake di Oldboy firmato Spike Lee uscito nel 2013. Secondo molti, non si avvicina neanche lontanamente al fascino e alla riuscita dell’originale, ma Park Chan-wook ha comunque speso belle parole nei suoi confronti.
«Prima di tutto sono stato molto onorato che sia stato realizzato da un regista che rispetto e da cui sono stato personalmente influenzato – ha detto – Guardando il film, mi è sembrato molto inquietante perché è la storia che ho creato io, ma è diversa. È quasi come un volto familiare, ma anche molto nuovo allo stesso tempo. Hai presente quando vai nei parchi di divertimento e c’è la sala degli specchi e vedi i tuoi riflessi contorti in questi strani specchi? È stata un’esperienza divertente simile a qualcosa del genere».
Foto: MovieStills
Fonte: Inverse
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