Otto mesi e sette Oscar dopo, Oppenheimer di Christopher Nolan è finalmente sbarcato in Giappone, dove è stato accolto con reazioni miste. Il titolo è, per ovvi motivi, molto divisivo, tanto che il distributore nipponico Bitters End ha annunciato di aver preso la decisione di proiettarlo al cinema dopo lunghe discussioni interne, incoraggiando anche i cinema a segnalare con delle locandine e dei cartelli che la visione potrebbe essere disturbante per il pubblico.
Tra i punti di maggiore controversia c’è la decisione di non mostrare gli effetti della bomba atomica sulle città di Hiroshima e Nagasaki; cosa che Nolan lo scorso ottobre ha giustificato con la prospettiva adottata dalla narrazione, che è quella personale del protagonista Oppenheimer (in altre parole, il fisico non vide subito le immagini della tragedia, ma come tutti i suoi contemporanei apprese la notizia dalla radio).
Ma come è stato accolto il kolossal in Giappone? Deadline ha diffuso alcune delle prime reazioni, che comprendono anche le opinioni di alcuni sopravvissuti alla bomba atomica.
C’è chi ha accolto positivamente la sfida intellettuale proposta dal film, come il professor Masao Tomonaga, sopravvissuto alla bomba e presidente onorario del Japanese Red Cross Nagasaki Atomic Bomb: «Per me è un film contro il nucleare. Pensavo che fosse sbagliato non mostrare le immagini dei sopravvissuti, ma in realtà i dialoghi di Oppenheimer hanno mostrato il suo shock davanti alla realtà della bomba. Questo per me è sufficiente».
Non è dello stesso parere Takashi Hiraoka, novantaseienne ex sindaco di Hiroshima, che ha dichiarato: «Dal punto di vista della nostra città, l’orrore delle armi nucleari non è stato rappresentato adeguatamente». Con lui anche Toshiyuki Mimaki, direttore di una confederazione di sopravvissuti: «Mi aspettavo la scena del bombardamento, ma non è mai arrivata. Credo che sia importante raccontare tutta la storia, anche dal punto di vista delle vittime, se vogliamo avere un futuro senza nucleare».
Infine, un sopravvissuto di Nagasaki, che ha perso nel bombardamento cinque membri della sua famiglia, ha invece consigliato caldamente la visione: «Voglio che lo vedano tutti. Siamo in un’epoca in cui non ci rendiamo più conto degli effetti che queste armi possono avere, e sono passati appena ottant’anni».
© RIPRODUZIONE RISERVATA