Dopo le critiche mosse dai diplomatici britannici, ora a farsi sentire è l’Iran, a cui non sarebbero andate a genio le tre statuette vinte da Argo all’85esima edizione degli Academy Awards e l’annuncio di Michelle Obama, comparsa in diretta video dalla Casa Bianca per annunciare il film vincitore della categoria Miglior Film. Secondo il ministro della cultura e i media del paese islamico si tratterebbe di «uno spot alla CIA» e la presenza della First Lady americana confermerebbe la «dimensione politica dell’evento». Un favore, quello di Michelle, fatto al produttore più potente di Hollywood Harvey Weinstein, il quale si sarebbe recato di persona dalla diretta interessata, e un’altra occasione colta al balzo per celebrare gli Stati Uniti. Non va dimenticato, infatti, il profondo sodalizio che lega Barack Obama all’industria cinematografica di Hollywood, da cui il presidente Usa ha ricevuto le maggiori percentuali di donazioni per la sua rielezione.
A esaltare la storia america all’85esima edizione degli Academy Awards è stato anche il patriottico Lincoln, a sua volta vincitore di una statuetta per Miglior attore protagonista, andato a un camaleontico Daniel Day-Lewis. Commenta così Michelle Obama la vittoria di Argo e Lincoln: «Ci ricordano che possiamo superare qualsiasi ostacolo se scaviamo abbastanza a fondo, combattiamo e troviamo il coraggio di credere in noi stessi». Nel frattempo l’Iran sembra pronto a confutare gli eventi di Argo realizzando un contro-film che possa svelare la “storia vera” della fuga di sei diplomatici americani, rimasti intrappolati a Teheran durante la rivoluzione khomeinista del 1979, grazie alla messinscena di una produzione cinematografica.
© RIPRODUZIONE RISERVATA