Outing - Fidanzati per sbaglio, Nicolas Vaporidis e Andrea Bosca innamorati sul set
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Outing – Fidanzati per sbaglio, Nicolas Vaporidis e Andrea Bosca innamorati sul set

La pellicola di Matteo Vicino racconta con un sorriso i preconcetti sulle coppie omosessuali

Outing – Fidanzati per sbaglio, Nicolas Vaporidis e Andrea Bosca innamorati sul set

La pellicola di Matteo Vicino racconta con un sorriso i preconcetti sulle coppie omosessuali

«Speriamo tutti quanti che sia davvero un film diverso, in ogni senso».

Chi pronuncia queste parole è Matteo Vicino, attualmente impegnato nella regia di Outing – Fidanzati per caso, commedia degli equivoci che vede Nicolas Vaporidis e Andrea Bosca nel ruolo di due amici costretti a fingersi omosessuali in nome di un sogno comune nel mondo della moda. Best Movie ha fatto una visita al set, per carpire a caldo le prime impressioni dei protagonisti.

«In Italia, quando si dice gay, si pensa subito alle Sorelle Bandiera» aggiunge Vicino. «Siamo rimasti piuttosto indietro su certi argomenti, e questo film è l’occasione per riflettere su temi seri e importanti col sorriso sulle labbra».
Le riprese sono in dirittura d’arrivo: come precisa il regista, dopo aver girato alcune settimane in Puglia, in un locale al centro di Roma si sta ricreando l’atmosfera di una sfilata milanese, teatro di una bella rivincita per i due protagonisti. Roma è un fantasma, è stata utilizzata per le riprese ma non figura nella storia, ambientata interamente tra i dintorni di Bari e Milano, capitale della moda.

«Federico è un trentenne che ha perso tutto» ci rivela Vaporidis, parlando del proprio personaggio. «È un giovane uomo che vive di lavoretti rimediati ed ha un fratello piccolo a carico. Il suo legame più importante, quello con l’amico storico Riccardo, viene meno quando quest’ultimo decide di trasferirsi a Milano con la fidanzata (interpretata da Claudia Potenza, ndr) in cerca di fortuna come stilista. Federico è alla disperata ricerca di una rivalsa nei confronti della vita, e intravede l’occasione in un finanziamento che, solo troppo tardi, scopre essere destinato alle coppie di fatto. A quel punto è di fronte a un bivio: prendere o lasciare? Assieme a Riccardo, decide di correre il rischio e fingersi una coppia».

Nella penombra del locale si aggirano modelli e modelle longilinei, tra cui non sfigura l’atletica e affascinante Giulia Michelini, che in Outing interpreta Carlotta, una cronista d’assalto.
«Carlotta insegue la verità sempre e comunque» spiega Giulia. «Solitamente si occupa di inchieste su politici corrotti, ma improvvisamente il suo direttore (interpretato da Massimo Ghini, ndr) le affida un servizio su una giovane coppia di stilisti in ascesa: Federico e Riccardo».

Durante la pausa pranzo, anche Andrea Bosca dice la sua a proposito di questo progetto: «Il nodo centrale del film è il legame tra Riccardo, il mio personaggio, ed il suo amico Federico. Tra i due protagonisti scorre un’energia potentissima, senza cui non la storia non avrebbe avuto senso. Riccardo e Federico intraprendono un grande viaggio interiore, insieme, grazie alla forza di questa amicizia, di questo amore, di questo sentimento a cui è difficile dare un’etichetta precisa».

«Lo scopo del film – continua Vaporidis – è mettere in luce situazioni drammatiche in cui vengono spesso a trovarsi i giovani. Nel mondo raccontato in Outing dominano raccomandazioni, ingiustizie, lobby. Il mondo dell’Italia in crisi con cui i giovani devono fare i conti. Il contesto è drammatico, ma il racconto è leggero senza essere mai superficiale; la commedia all’italiana ci ha insegnato che, spesso, il sorriso suscita la riflessione».

Prima di tornare al lavoro, l’attore riserva un’ultima frecciatina: «Durante la prima settimana di riprese, ho pubblicato una foto di me e Andrea vestiti in maniera un po’eccentrica. L’onorevole Vendola, stando a quanto hanno scritto alcuni giornali, si sarebbe inorridito, lamentando la riduzione a stereotipo degli omosessuali. Mi permetto di rispondere che è presuntuoso, da una sola foto, pretendere di giudicare un intero film. E comunque, guai a mettere il bavaglio all’arte. Fare cinema vuol dire poter prendere posizione liberamente. Siamo in democrazia, possiamo assumerci la responsabilità di ciò che mostriamo e di come vogliamo mostrarlo. Sarebbe assurdo pretendere che le posizioni del film vengano condivise all’unanimità, ma credo sia legittimo aspettarsi che almeno non vengano fraintese».

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