Paradiso amaro
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Paradiso amaro

Alexander Payne dirige George Clooney in un film delicato e intimo che alterna risate, lacrime e silenzi, e colpisce al cuore. Appuntamento assicurato alla notte degli Oscar

Paradiso amaro

Alexander Payne dirige George Clooney in un film delicato e intimo che alterna risate, lacrime e silenzi, e colpisce al cuore. Appuntamento assicurato alla notte degli Oscar

A proposito di Payne: regista e sceneggiatore cult, è ora autore della sua opera più delicata e ambiziosa, Paradiso amaro (in originale The Descendants). Si chiama in realtà Alexander Constantine Papadopoulos, è meglio conosciuto come Payne ed è al suo quinto film, ancora una volta una tragicommedia (sulla scorta di quanto già fatto con Sideways, che ce lo ha fatto conoscere), in odore di Oscar. Tratto dal romanzo di Kaui Hart Hemmings, il film affronta in maniera lieve il tema della morte (morente, infatti, è la moglie del proprietario terriero Matt King, alias George Clooney), come solo le opere nate per essere im- mediatamente dei classici sanno fare. Mescola dialoghi e silenzi, dinamismo e staticià: la moglie di Matt, in seguito a un incidente in barca al lago di Waikiki, è in un letto di ospedale per tutta la durata del film, ma attorno a lei Matt e le figlie Alexandra e Scottie, cioè le giovani e già promettenti Shailene Woodley e Amara Miller, non stanno ferme un istante, alle prese con quell’avventura che è crescere. Basato su una sceneggiatura brillante (com’è abitudine per Payne), Paradiso amaro è già descritto da tutti come una vera perla, emotiva e visiva. Fin da ora s’accettano scommesse: quali, e soprattutto quanti, saranno gli Oscar?

dal 17 febbraio

(The Descendants, Usa 2011)
Regia: Alexander Payne
Interpreti: George Clooney, Shailene Woodley, Amara Miller, Robert Forster
Trama: Quando Alexandra rivela al padre Matt che la madre morente era in vacanza con l’amante, Matt si rende conto di essere stato un padre imperfetto, e cerca di porvi rimedio.
Genere: drammatico
Durata: 110′

Da vedere perché: per ridere e riflettere. E godersi un George Clooney in stato di grazia.

La scheda del film è pubblicata su Best Movie di febbraio a pag. 90

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