Paradiso infernale
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Paradiso infernale

Nel mastodontico universo di Anthem la sopravvivenza dell'umanità è nelle mani di un manipolo di piloti. Eroi impegnati a combattere creature ostili in un mondo totalmente inesplorato, in cui fantasy e sci-fi si mescolano per inghiottirvi in un'avventura senza precedenti

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Nel mastodontico universo di Anthem la sopravvivenza dell'umanità è nelle mani di un manipolo di piloti. Eroi impegnati a combattere creature ostili in un mondo totalmente inesplorato, in cui fantasy e sci-fi si mescolano per inghiottirvi in un'avventura senza precedenti

Anthem è quello che viene definito sulla carta un SWS, acronimo di Shared World Shooter, ovvero uno sparatutto online a mondo condiviso.

Per comprendere meglio però l’impatto e l’importanza del progetto è necessario fare un passo indietro. Anthem è soprattutto la risposta del colosso Electronic Arts a un altra major del mercato videoludico, Activision, che con il suo Destiny ha praticamente inventato il genere di cui vi abbiamo spiegato sopra. La posta in gioco, quando si parla di prodotti online studiati per coinvolgere e continuare a ingaggiare il grande pubblico, è altissima e non concede margini di errore. Ed è probabilmente proprio per questo motivo che EA ha appaltato il progetto a uno dei suoi studios più talentuosi, BioWare. Per farvi capire meglio, questa software house sta all’industria videoludica come LucasFilm sta a quella cinematografica: sono gli stessi che hanno firmato saghe RPG del calibro di Star Wars: Knights of The Old Repubblic, Dragon Age e Mass Effect.

Anthem ci porta in un nuovo universo, una sorta di paradiso che delle entità sconosciute (i Creatori) hanno lasciato incompiuto ma che, grazie al potere dell’Inno (una sorgente di risorse inesauribile), può essere plasmato e controllato. Questo immenso potere ha generato un pianeta meraviglioso ma altrettanto impervio, popolato da creature mostruose – chiamati Metamorfici – che bramano di prenderne il controllo attraverso la tecnologia abbandonata dai Creatori. L’unico modo in cui gli umani possono sopravvivere nel mondo esterno sono gli Strali, ovvero delle gigantesche armature robotizzate (il riferimento a franchise cinematografici come Pacific Rim è quasi scontato) in grado di potenziare il proprio pilota con capacità sovrumane. Il giocatore, una volta entrato nel mondo di Anthem, dovrà scegliere a quale classe appartenere tra le quattro disponibili: Guardiano, Colosso, Intercettore e Tempesta. Proprio come nel “concorrente” Destiny ogni categoria ha caratteristiche differenti che influenzeranno profondamente il gameplay sul campo di battaglia. Indossando l’armatura di un Guardiano avremo tra le mani uno Stralo più bilanciato, passando al Colosso saremo più lenti ma con una potenza di fuoco maggiore. Al contrario l’Intercettore punterà tutto sulla velocità a discapito di una resistenza minore agli attacchi, mentre la classe Tempesta sfrutta l’energia cinetica ed è in grado di manipolare l’energia dell’Inno, infliggendo ai nemici danni a distanza.

Se da un lato Anthem ci ripropone i classici canoni dei videogiochi di ruolo targati BioWare, con una personalizzazione dettagliata del personaggio, uno sviluppo progressivo delle sue abilità e soprattutto una trama che si evolve assecondando le scelte e il comportamento del giocatore (lo sviluppatore ha promesso un’evoluzione della story line principale in stile serie Tv, quindi con con- tenuti aggiuntivi che verranno resi disponibili anche in seguito al lancio), dall’altra innova questo impianto aprendo all’online per spalancare le porte su un mondo condiviso in cui potremo ritrovarci a combattere accanto ad altri player in carne ed ossa (vi confermiamo che per il momento non è prevista alcuna modalità PVP, ma solo cooperativa), aprendo scenari inediti e soprattutto arricchendo l’esperienza di gioco in compagnia di altri tre specialisti che potranno affiancarvi nel corso delle varie missioni. Una volta usciti dalla roccaforte di Tarsis (unica fortezza in cui gli umani possono trovare rifugio) lo sconfinato universo di Anthem si dipana sostanzialmente in 10 ambienti differenti, da rigogliose foreste al deserto, dalle cime innevate agli abissi marini: ognuno di questi avrà effetti secondari (dettati dalla temperatura e dallo stato ambientale) sull’esoscheletro robotizzato del nostro pilota, costringendoci quindi ad adattare di volta in volta il nostro equipaggiamento a seconda della missione che andremo ad affrontare.

L’articolo è pubblicato su Best Movie di febbraio, in edicola dal 26 gennaio

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