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Paul Schrader si scaglia contro la nuova classifica dei 100 migliori film di sempre: «È stata distorta in chiave woke»

Il balzo in prima posizione di Jeanne Dielman che non era mai andato oltre il 31° posto della classifica di Sight & Sound ha lasciato il regista decisamente perplesso

Paul Schrader si scaglia contro la nuova classifica dei 100 migliori film di sempre: «È stata distorta in chiave woke»

Il balzo in prima posizione di Jeanne Dielman che non era mai andato oltre il 31° posto della classifica di Sight & Sound ha lasciato il regista decisamente perplesso

Paul Schrader

Il noto regista Paul Schrader nelle ultime ore ha mosso pesanti critiche verso la nuova classifica decennale dei 100 migliori film della storia del cinema redatta dalla prestigiosa rivista britannica Sight & Sounds.

Questa è stata compilata grazie ai voti di centinaia di critici di tutto il mondo, i quali hanno regalato la prima posizione a Jeanne Dielman, 23 quai du Commerce, 1080 Bruxelles, film diretto nel 1975 dalla regista belga Chantal Akerman e considerato come il primo capolavoro femminile della storia del cinema.

La classifica ha la peculiarità di essere redatta a cadenza decennale e finora, dalla sua nascita avvenuta nel 1952, erano stati solo tre i film ad alternarsi in prima posizione. Questi sono Ladri di Biciclette diretto da Vittorio De Sica nel 1952, Quarto potere (Citizen Kane) del 1941 diretto da Orson Wells – rimasto in testa per cinque decenni – al quale nel 2012 è poi succeduto La donna che visse due volte (Vertigo), diretto da Alfred Hitchcock nel 1958.

Ora la rivista ha eletto Jeanne Dielman come miglior film della storia del cinema, e anche se di solito le classifiche dei migliori film si prestano ad un certo spettro di arbitrarietà, rimane abbastanza sorprendente come un film che non si era mai spinto oltre il 31° posto sia improvvisamente balzato in prima posizione. La cosa è certamente singolare, soprattutto per una selezione la quale – a causa della sua cadenza decennale – rimane per forza di cose poco soggetta a cambiamenti così improvvisi.

L’improvvisa performance di Jeanne Dielman ha tuttavia insospettito Paul Schrader, il quale ha espresso e argomentato il suo punto di vista tramite un post pubblicato sulla sua pagina Facebook. Qui il regista ha svelato di avere più di una perplessità circa la logica della selezione e i criteri che hanno portato il film diretto da Chantal Akerman a guadagnarsi la prima posizione:

«Per 70 anni, il sondaggio Sight & Sound è stato una riscontro affidabile, anche se un po’ incrementale, del consenso critico e delle priorità. Alcuni film hanno scalato la lista, altri hanno perso posizioni; ma ci è voluto del tempo. L’improvvisa comparsa di Jeanne Dielman nello slot numero uno mina la credibilità del sondaggio di S&S. Sembra strano, come se qualcuno avesse messo il pollice sulla bilancia. Cosa che sospetto abbiano fatto».

Schrader ha poi puntualizzato di non nutrire riserve sull’innegabile valore artistico di Jeanne Dielman in quanto film, ma crede che la sua repentina ascesa al primo posto della classifica sia il risultato di un processo di voto che potrebbe essere andato in cortocircuito:

«Come ha ben sottolineato Tom Stoppard nella sua opera teatrale ‘Acrobati’, in democrazia non importa chi ottiene i voti, ma bensì chi li conta. Espandendo la comunità di voto e il sistema di assegnazione dei punti, il sondaggio S&S di quest’anno non riflette un continuum storico, ma bensì un aggiustamento politicamente corretto.

Il film di Akerman è uno dei miei preferiti, un grande film, un film di riferimento, ma la sua inaspettata valutazione come numero uno non gli fa un favore. Jeanne Dielman da questo momento in poi sarà ricordato non solo come un film importante nella storia del cinema, ma anche come un punto di riferimento di una distorta rivalutazione in chiave woke».

Cosa ne pensate delle parole di Paul Schrader? Fatecelo sapere nei commenti!

Foto: Daniele Venturelli / GettyImages

Fonte: IndieWire

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