Tra i registi più venerati dell’attuale panorama cinematografico, figura sicuramente Paul Thomas Anderson: un nome cult, conteso da tutti i maggiori festival internazionali, bramato dai cinefili di tutto il pianeta, prontamente lodato sulle pagine delle maggiori pubblicazioni.

Ogni occasione, insomma, è sempre buona per (ri)godersi un film dell’autore, e per fortuna a soddisfare le nostre irrefrenabili voglie è Infinity, il cui catalogo vanta uno dei titoli più celebrati di Anderson, The Master, evocativo dramma che vede per protagonista un decadente Joaquin Phoenix alle prese col carisma di Philip Seymour Hoffman, leader di un movimento religioso denominato “La Causa”. I due regalano delle gigantesche performance, e ad arrivare è una pioggia di premi: presentato al Festival di Venezia 2012, il film è tornato a casa con le Coppe Volpi come Migliori Attori e il Leone d’argento alla Miglior Regia.

Presente sulla nota piattaforma di streaming pure Boogie Nights, che segue invece le vicende di un giovane immerso nell’industria pornografica californiana anni ’70 e ’80. Il pianosequenza iniziale basterebbe da solo a farne una visione imprescindibile, ma qui il genio di Anderson sta anche nella gestione della coralità del racconto, che vede intrecciarsi una super squadra di attori che comprende, tra gli altri: Mark Wahlberg, Burt Reynolds, Julianne Moore, John C. Reilly, Don Cheadle, Heather Graham, William H. Macy e Philip Seymour Hoffman.

Altrove, tralasciando i pur ottimi Vizio di forma e Ubriaco d’amore (più l’opera prima Sydney), due sono gli altri imperdibili capolavori nella filmografia di Anderson: da una parte, l’immenso Magnolia, dramma esistenziale con un cast da strapparsi i capelli (particolarmente memorabile è il guru del sesso interpretato da Tom Cruise); dall’altra, Il petroliere, sontuoso racconto color nero pece che emana grandeur e ansia da tutti i pori.