Il regista di Basic Instinct e Showgirls Paul Verhoeven, cineasta olandese approdato a Hollywood e in grado di proporre un ragionamento sull’erotismo tanto eretico quanto esplicitamente politico negli anni ’90, si è espresso molto duramente sulla Hollywood contemporanea, accusandola in particolare di una dose eccessiva di ritrosia e pudore nella rappresentazione delle scene di sesso.
In un’intervista concessa al Times, Verhoeven ha detto: «Il sesso è l’essenza dell’esistenza. Senza sesso non ci sono più specie, quindi perché tutto questo gran segreto? C’è un nuovo puritanesimo, la sessualità è stata esclusa dai film. Negli anni ’70 se ne poteva parlare, mentre ora, decenni dopo, quei film non sono più possibili. Sarebbe molto difficile fare un film come Showgirls o Basic Instict adesso».
Verhoeven non è morbido, in particolare, con la saga di James Bond, che a suo dire si è resa protagonista di un certa involuzione nella rappresentazione della sessualità. L’autore spiega a questo proposito di aver apprezzato il primo Bond movie con Daniel Craig, Casino Royale, ma non l’ultimo, No Time to Die: «Ora è tutto uno schiantarsi e saltare per aria. Certe volte questi film sono divertenti, ma la narrazione non ti dice nulla su chi siamo noi ora. Non vedo nessun altro pensiero nei film Marvel o di Bond. C’era sempre del sesso in Bond! Non mostravano un seno o cose del genere, ma avevano del sesso. Tornerei alla realtà, con auto che non saltano in cielo».
Che ne pensate delle parole di Verhoeven, il cui ultimo film-scandalo, Benedetta, presentato al Festival di Cannes 2021 lo scorso luglio, è ancora inedito nelle sale italiane? Ditecelo nei commenti.