Cosa succederebbe se un napoletano perbene, inseguito dalla camorra, si ritrovasse costretto a vivere in un palazzo abusivo di shrilankesi tenendo in ostaggio un politico? La risposta è Into Paradiso, il film in uscita oggi nelle sale che segna l’esordio alla regia di Paola Randi. Prodotto da Fabrizio Mosca (I Cento passi), Into Paradiso è una fresca grottesca commedia italiana che prova a invertire i canoni delle commedie per il grande pubblico, raccontando un Meridione ancora poco esplorato. Il Cavone, una sorta di Shri Lanka Town a Napoli, è il luogo scelto per raccontare un’insolita amicizia forzata tra un politico incastrato dalla camorra (Beppe Servillo), un professore perbene (Gianfelice Imparato) che non sa come continuare a lavorare e un ex campione di cricket (Saman Anthony) chiamato a fare il badante di una signora ricca. Abbiamo intervistato Peppe Servillo, il cantante e fondatore degli Avion Travel, per la prima volta protagonista di un film.
Best Movie: Dopo tanti ruoli secondari finalmente protagonista. Cosa ti ha attratto della storia?
Peppe Servillo: L’incontro di due realtà diverse in una Napoli che è davvero multiculturale. Da una parte Alfonso (Imparato) che è un ricercatore senza lavoro, una persona decorosa e che vive in casa con la madre, malata di telenovelas. È un puro. Mentre il mio personaggio Vincenzo Cacace è un politico che, fingendosi amico, se ne approfitta di Alfonso. I due, per uno strano equivoco, si ritroveranno a vivere in in terrazzino: la convivenza forzata creerà sia vicinanza che attriti. Sul set questa limitatezza, ovvero recitare sempre in un terrazzo, mi ha riportato ad una dimensione teatrale, facendomi amare molto la storia.
BM: Fa da sfondo una Napoli quasi inedita.
PS: Da sempre Napoli è stata una città “coabitata”. Non è soltanto una presenza recente di immigrati, ma è proprio un vivere insieme tra italiani e stranieri. Lo vediamo anche nelle maschere della cultura e della commedia napoletana. Anche se il processo di globalizzazione richiede pazienza e direi anche intelligenza. Nel film Alfonso si innamora di una shrilankese (Eloma Ran Janz), ma non sarà così facile. La diversità di cultura richiede una vera capacità di integrazione che ancora non è stata del tutto raggiunta. Lo ha dimostrato Saman (Anthony, n.d.r) che durante la conferenza stampa di presentazione del film ha dichiarato che gli shrilankesi, anche in Italia, amano farsi i fatti propri. Forse i loro figli saranno diversi.
BM: Dalla musica al cinema: quanto si assomigliano queste due esperienze professionali?
PS: Il mestiere di cantante è sempre quello di attore. Li definirei mestieri apparentati. Gli attori sono al servizio di un’idea: il lavoro del set somiglia ad uno studio di incisione che è per me uno spazio molto familiare. Da ragazzo ho iniziato con mio fratello (Toni Servillo, n.d.r.) a lavorare in teatro, poi ho sperimentato il teatro musicale anche con Lucio Dalla fino alla recente esperienza a Roma con Esemble Sinfonietta. Anche se nel cinema potrei dire di avere sperimentato ancora poco e con Into Paradiso ho recitato il mio primo ruolo più importante.
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