All’ultimo Giffoni Film Festival abbiamo chiesto ad alcuni degli illustri ospiti di darci qualche consiglio per i film da recuperare durante le lunghe serate estive.
Ad aprire le danze è stato Edward Norton i suoi tre titoli: Fa’ la cosa giusta, Tampopo e Harold e Maude. «Ogni volta che incontro un grande come Martin Scorsese o Spike Lee – ha confessato Norton – gli chiedo sempre tre film. A me ad esempio Fa’ la cosa giusta, che ho visto a 18 anni, ha cambiato la vita tanto da averlo rivisto due volte di seguito al cinema nella stessa giornata».
«Un film che di recente mi ha colpito è Beginners con Edward McGregor – ha rivelato Hilary Swank – perché spiega come l’infanzia ci condizioni».
«I film per me si dividono in tre categorie – parola di Valeria Golino – belli, brutti e così e così. I tre belli che consiglio sono: Tree of life, Il ragazzo con la bicicletta e Corpo celeste di Alice Rohrwacher, che considero una delle promesse del nostro cinema».
Tutte made in Italy le scelte di Barbara De Rossi: «Il mio fidanzato (il musicista Anthony Manfredonia, ndr.) è un patito del cinema italiano e spesso vediamo insieme molti titoli, tra i quali consiglio I cento passi, Io non ho paura e Vallanzasca – gli angeli del male con Kim Rossi Stuart, che considero tra i nostri più grandi attori».
Luciana Littizzetto ha deciso di pescare i nomi – parole sue – nelle ‘robe leggere’, come Colazione da Tiffany e Che ne sarà di noi. Quest’ultimo va rivisto, a suo parere, «perché è un film di progetto perché racconta di ragazzi alle prese con la decisione sul loro futuro». Nella rosa delle pellicole elette anche Le donne del sesto piano, titolo condiviso da Nicola Acunzo che ovviamente consiglia Vallanzasca – gli angeli del male, di cui è interprete, e Pranzo di Ferragosto: «Vanno visti perché sono esempi di cinema d’autore e non commerciale».
Vira sul musicale, invece, Paola Cortellesi: «Barbara Streisand è un’icona per me e Funny Girl è uno dei miei film preferiti». Jovanotti ha un debole per Tree of life («è video arte, più che un film») e I 400 colpi, a suo parere «una delle cinque pellicole per capire cos’è il cinema». Vittoria Puccini vede e rivede spesso Manhattan di Woody Allen, mentre Maurizio Casagrande adora La vita è una cosa meravigliosa: «Mi ha cambiato l’esistenza. La favola è un meccanismo stupendo per raccontare persino le storie più atroci».
Le risposte più sorprendenti arrivano da Aldo, Giovanni e Giacomo. Il primo preferisce i cinegiornali: «Sono per il cinema d’epoca e ho la convinzione che ormai non si potranno più fare film come alcuni grandi classici». Il secondo consiglia I Tartassati («per pensare a chi non paga le tasse») mentre il terzo sceglie La grande guerra di Mario Monicelli.
Variegate, poi, le opzioni di Donatella Finocchiaro: Ferro tre, Habemus Papam, Pretty Woman, Il concerto, Incantesimo napoletano e Good Bye Lenin.
Per Valentina Lodovini «il cinema è bello quando ti lascia delle domande. Per questo amo tanto Nel nome del padre. Alla fine del film mi sono sentita al posto del protagonista e allora ho visto mio padre come uomo, pronta a prendermi le mie responsabilità. Il secondo titolo è Quel pomeriggio di un giorno da cani: nella telefonata di Al Pacino all’amante ci si rende conto della grandezza di un attore. E poi non si può perdere in Bellissima la scena in cui Anna Magnani sente il regista ridere del provino della figlia. Basta guardarla per capire cosa siano amore e dignità».