«I motivi sono due. Innanzitutto, l’horror va a toccare un lato molto primitivo del nostro cervello. Viviamo in un mondo in cui tutto è finto e impersonale, e un film horror ti regala la sensazione di non essere in controllo. Il tuo corpo crede di essere sotto attacco, e anche se quando salti sulla sedia non lo fai perché pensi davvero di stare per morire, c’è una piccola parte di te che invece la pensa al contrario. L’horror, secondo me, ed è il secondo motivo per cui funziona così bene, è un’iniezione di emozioni concentrate, che ti mette a nudo. È come in Arancia meccanica, oppure è come andare su un ottovolante: sono brividi istantanei e molto potenti. È la scarica di adrenalina che rende gli horror così potenti».
Fede Alvarez parla del rapporto di questo remake con gli originali
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(a proposito di violenza al cinema, Sam Neill in Il seme della follia di John Carpenter)
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