Vi siete mai chiesti perchè i villain dei cinecomic sono spesso calvi? C’è una spiegazione dietro a questo character design così preciso, e associato direttamente a una serie di significati quali potere, egemonia e un’aura di follia che li rende inconfondibili rispetto ai protagonisti.
Il rapporto tra calvizie e malvagità ha radici antiche e risale al Riccardo III di Shakespeare, un’opera che contribuì a definire l’immagine del cattivo fisicamente segnato e visibilmente diverso dal resto dei personaggi. Da allora, questo stereotipo è diventato un pilastro nella rappresentazione dei villain, utilizzato ancora oggi in molti contesti cinematografici e culturali.
Nonostante le connotazioni negative legate alla calvizie, che spesso evocano fragilità o difetti, i cattivi dei fumetti che sfoggiano la testa rasata o priva di capelli sono diventati simboli di forza, ferocia e impavidità: questa caratteristica li rende memorabili e li distingue come figure potenti e carismatiche sul grande schermo. Un esempio recente e significativo è quello di Cassandra Nova, interpretata da Emma Corrin in Deadpool & Wolverine, che si è già affermata come una delle antagoniste più efficaci e inquietanti del Marvel Cinematic Universe – ispirato, tra l’altro, a Willy Wonka!. Nova è una telepate straordinariamente potente, caratterizzata non solo dall’assenza di capelli, ma anche da una personalità maniacale e determinata, che la rende una figura di spicco nel panorama dei cattivi del cinema.
L’idea del cattivo calvo ha una lunga tradizione cinematografica, che va ben oltre il MCU. Personaggi come il Lex Luthor di Gene Hackman in Superman (1978) o il temibile Thanos nella Infinity Saga hanno contribuito a consolidare questa iconografia del villain come un simbolo di minaccia e potere. Questi personaggi non condividono solo un aspetto fisico comune, ma anche un’insaziabile sete di potere e una presenza dominante, elementi che li rendono particolarmente efficaci come antagonisti. In effetti, proprio l’assenza di capelli sembra accentuare la loro pericolosità, differenziandoli nettamente dai protagonisti e dai loro alleati, spesso dotati di folte chiome. La calvizie conferisce ai cattivi un aspetto unico, che gli fa “bucare” lo schermo, rendendoli immediatamente riconoscibili e credibili come leader di piani nefasti e ambiziosi.
Tuttavia, l’associazione tra calvizie e malvagità non è un retaggio storico, ma una costruzione relativamente recente: in passato, era considerata una parte normale della vita quotidiana, come testimoniano antichi dipinti e rappresentazioni artistiche, tra cui quelli dell’Antico Egitto. Solo nel XX secolo la calvizie è stata stigmatizzata e trasformata in un simbolo di debolezza o di malattia, grazie anche all’ascesa di prodotti anti-calvizie che hanno alimentato l’idea che gli uomini con i capelli fossero più attraenti, di successo e felici rispetto a quelli senza. Un cambiamento culturale che ha portato alla percezione della calvizie come un difetto da correggere, un’idea che ha influenzato profondamente le rappresentazioni nei media, contribuendo a perpetuare stereotipi negativi.
Per le donne, la calvizie è ancora più stigmatizzata, spesso vista come un segno di punizione, vergogna o malattia: questa ercezione è radicata in norme sociali e culturali che associano i capelli femminili alla bellezza, alla femminilità e alla salute. Superare questi pregiudizi richiede una forza straordinaria, rendendo le figure femminili calve, come Cassandra Nova, particolarmente potenti e impressionanti. La sua calvizie non è solo un tratto fisico, ma un simbolo di ribellione contro le norme sociali, un’affermazione di potere e autonomia che la rende una delle cattive più formidabili e iconiche mai viste nei film tratti dai fumetti.
Eravate a conoscenza di questo legame tra villain e calvizie? Diteci la vostra nei commenti!
Fonte: Collider
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