Tratta dalla quinta stagione de Il Testimone è stata presentata al Roma Fiction Fest, la puntata dal titolo Arte contemporanea. Il programma televisivo condotto dalla “iena” Pif analizza la società studiandone (scetticamente) i fenomeni culturali che la influenzano, mettendo in questo caso in risalto lo sguardo critico, lucido e pungente riguardo il concetto stesso di arte nella società moderna. Con citazioni che vanno dalla Merda d’artista di Piero Manzoni all’Orinatoio di Duchamp Pif viaggia attraverso metropoli come Milano, Torino e Londra interrogandosi, (come molti di noi hanno fatto) sulla validità e applicabilità del fondamento dell’arte contemporanea. In parole povere? È possibile paragonare le succitate opere con i dipinti di Raffaello, le statue di Michelangelo o le opere architettoniche del Bernini? E soprattutto riflette sulla fatidica osservazione con cui tutti abbiamo avuto a che fare almeno una volta nella vita: “quest’opera d’arte potevo realizzarla anche io”, eterno dilemma dell’arte contemporanea, dove non è la creazione in sè a essere arte ma l’originalità con il quale l’opera viene prodotta.
Pif analizza il mondo dell’arte italiana e internazionale con il suo stile disincantato e scettico attraverso l’incontro con vari esperti del settore. Sono stati infatti intervistati dalla iena il neo direttore della Biennale d’Arte Massimiliano Gioni, la collezionista Valeria Napoleone, e numerosi artisti emergenti, fra party e vernissage, fino all’incontro con il critico d’arte Francesco Bonami, presente all’evento dedicato al pubblico nell’ambito della seconda giornata del Roma Fiction Fest. Lo snobbismo dei galleristi e lo scetticismo dei fruitori viene esaminato in maniera impeccabile da Pif che al termine del suo viaggio nel mondo dell’arte contemporanea decide di proporre una sua creazione: Pif 2013: La pigrizia.
Durante l’incontro con il pubblico, successivo alla proiezione della puntata, è stato approfondito lo scettico e critico giudizio di Pif nei confronti dell’arte contemporanea, in contrasto con il punto di vista di Francesco Bonami, critico d’arte e autore di vari libri fra cui Lo potevo fare anche io. Perché l’arte contemporanea è davvero arte. Un confronto fra due visioni diverse dello stesso fenomeno, osservato dall’interno e dall’esterno, per un dialogo positivo, divertente e fruttuoso, su una diatriba che però mai potrà sopirsi, proprio a causa del valore soggettivo che ognuno di noi attribuisce all’arte.
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