Pola, il cinema europeo alla riscossa
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Pola, il cinema europeo alla riscossa

Le specialità del nuovo cinema europeo, nella località marina istriana

Pola, il cinema europeo alla riscossa

Le specialità del nuovo cinema europeo, nella località marina istriana

La festa-festival prosegue, qui in Croazia, al 56° Festival Internazionale del Cinema di Pola, che come abbiamo scritto in un articolo precedente va dal 18 al 25 luglio 2009: maree di pubblico schiumeggiano per le stradine della gemma della Penisola Istriana. Quello che colpisce è la fraternità – rarissima in un cinefestival, si pensi ai tappeti rossi e alle consuete proiezioni blindate per vip – con cui tutti insieme si festeggia il rito collettivo del cinema: e dunque ieri sera, sull’immenso palco dell’arena d’età imperiale, sono saliti ad essere applauditi dal pubblico le due categorie che in qualunque altro posto si odiano come cane e gatto, cioè da una parte i registi qui presenti e dall’atra i tanti critici che tutti i giorni lavorano per il festival. E poi, mentre nelle sale del Kino Valli – il cinema di Pola dedicato alla memoria della più nota diva della città, cioè quella Alida Valli che era pseudonimo di Alida Maria von Altenburger baronessa von Markenstein und Frauenberg – mentre al Kino Valli, dicevamo, si alternano Guillelmo Arriaga al Sergej Dvorstevoy del kazako Tulpan, James Gray ed il regista indie Brad Anderson di Transsiberian, Aleksej Uchitel e il giovane Veit Helmer, regista del sognante Absurdistan, per le strade di Pola attorno al porto a all’antico castello si fanno intervistare registi emergenti croati come Zdravko Mustac, autore di un dramma tesissimo di nome Closeness e che è tutto ambientato in un ascensore, 80 minuti di tremenda claustrofobia fra due persone – di cui una cieca! – che si trovano chiuse dentro e che cominciano a scorticarsi vive a furia di confessioni orribili, patendo un calvario così opprimente da arrivare a temere che l’altra persona non sia altro che un’allucinazione. «Un vero esercizio virtuosistico, il mio film» – ci confida Mustac – «frutto della lunga esperienza come regista della Split School of Alternative Film e di numerosi film d’avanguardia: un po’ come avviene per tutti i registi dell’Est europeo della mia generazione, ho smesso di confrontarmi con Hollywood e ho sviluppato un linguaggio indipendente facendo della necessaria ristrettezza di mezzi una virtù». Una lezione – questa del nuovo cinema croato – che ci sembra esemplare per tanta parte del cinema italiano, quella che piange la crisi del cinema e dei fondi e poi arranca dietro a sterili modelli intellettualistici senza riuscire a reinventarsi in nulla di nuovo. Il cinema del nuovo Est, invece, pare completamente autonomo, vitale, visivamente giovane, capace di essere concorrenziale senza apparire un’imitazione di modelli televisivi. E così, mentre agli spettatori entusiasti vengono offerti specialità locali all’insegna dell’eclettismo, tipo bicchierini di grappa e miele o angurie con panna con un goccio d’olio d’oliva sopra, tutte le retrospettive di nuovo cinema europeo, da Europolis Meridians a Cinemaniac alle proiezioni del Nuovo Cinema d’Animazione offrono gusti altrettanto eterogenei e curiosi. Una ghiotta occasione da cogliere, il Pola Film Festival, che prosegue fra il francese Cédric Anger de Le tueur e lo sloveno Vinko Moderndorfer del crime-thriller Landscape n. 2, fra Philippe Claudel ed i cartoni animati di Hayo Freitag, per chiunque sia in cuor suo convinto che il cinema europeo sia capace di una potenzialità cui è un peccato rinunciare.

Sopra una scena del film Closeness di Zdravko Mustac

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